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Inaccettabili le nuove norme sulla vigilanza BCE. Aprire immediatamente il dibattito politico

06.10.2017

È come alzare l'asta a un atleta che sta saltando

“Questa volta non potrà e non dovrà essere consentito, e lo dico con il massimo rispetto verso l'autonomia della Banca Centrale Europea, che una parte della stessa (la vigilanza guidata da Danielle Nouy) possa unilateralmente modificare le regole del gioco sui requisiti patrimoniali dopo tutto il percorso fatto in questi anni. Siamo tutti grati al lavoro fatto in questi anni dalla BCE sulla politica monetaria, ma non si può con una mano immettere liquidità nel sistema e con la vigilanza bloccare il sistema stesso mentre sta ripartendo”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo a Napoli al convegno ‘La metamorfosi del credito cooperativo’, in occasione della giornata annuale di studi organizzata dall’Associazione Gian Franco Campobasso e dall’Associazione Europea per il Diritto Bancario e Finanziario.

“Queste regole – ha continuato Boccia - incidono sul modello di funzionamento dell'intero sistema economico e finanziario e incidono pesantemente sulle politiche industriali e sui modelli di sviluppo. Una cosa è la regolazione un'altra le politiche, qui i confini attraverso scelte unilaterali della vigilanza BCE vengono abbondantemente travalicati. Siamo tutti consapevoli che la consultazione pubblica è iniziata e interverremo, ma non è questo il modo con cui si cambiano le regole in corsa. È come alzare l'asticella mentre un atleta sta già saltando. Semplicemente inaccettabile. L'Italia ha fatto sforzi importanti che vanno rispettati da tutti. Così, invece, si mette altra zavorra sulle gambe di un Paese che sta ripartendo”.

“Tra l'altro mi aspetto un serio approfondimento da parte del regolatore europeo e da parte dei regolatori nazionali sulla radicale trasformazione in corso nel sistema finanziario globale, un'analisi delle asimmetrie causate dall'impatto della blockchain, attraverso i bitcoin, e una nuova riflessione su temi rilevanti come la pubblicizzazione possibile dei sistemi di pagamento al tempo dell'economia digitale e gli effetti delle stesse tecnologie sui rapporti tradizionali tra raccolta e impieghi. Francamente – ha aggiunto il presidente della commissione Bilancio - modificare i parametri di copertura sui crediti non garantiti a due anni o sui crediti garantiti a sette anni, mi sembra un tentativo un po' goffo per irrigidire il sistema attuale che sta cambiando alla velocità della luce, ignorando clamorosamente tutto quello che accade intorno a noi. Con il risultato da un lato di ingessare maggiormente l'attività corrente delle banche e i loro rapporti, soprattutto, con le piccole imprese e dall'altro lato, non toccando palla sulla rivoluzione in corso, che tocca inevitabilmente anche la raccolta e i moderni impieghi del risparmio che sfuggono spesso ai legislatori e agli stessi regolatori”.

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