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Ok governo su credito d'imposta sugli investimenti al Sud ma sulla decontribuzione sul lavoro serve far chiarezza

06.12.2015

Se Agenzia Coesione non fornisce numeri Pac meglio chiuderla

"Il governo mette sul tavolo il credito di imposta per gli investimenti nel Meridione fino al 2019. Va aumentata la percentuale, ma è di certo una novità corposa; sul lavoro la trattativa si è arenata perché il MEF dice che la decontribuzione va notificata a Bruxelles. Anche se personalmente ritengo che in casi come quelli che riguardano la Campania, la Sicilia e la Calabria se ne possa fare a meno. Ma preferisco non polemizzare".  Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in un'intervista al Mattino.

"La mediazione è di queste ore. Sull'impiego, siccome la decontribuzione piena al 100% è stata ossigeno per tutt'Italia, in attesa che l'Ue ci autorizzi a farla solo per il Sud dal 2017 al 2020, nel 2016 facciamola pure per l'intero Paese al 100%, ma facciamola. Altrimenti resteremo sempre in mezzo al guado. Con qualche pezzo importante del mosaico della crescita che continuerà a mancare. La mia iniziativa punta a rendere la decontribuzione strutturale fino alla scadenza conclusiva della programmazione dei fondi europei della nuova programmazione 2014-2020 che, come si sa, prevede poi altri due anni per completare la spesa. Le risorse vanno reperite dal Piano di azione e coesione e devono essere quelle che non sono state ancora usate. Chi nella programmazione 2007-2013 ha commesso degli errori dovrà pagarne tutte le conseguenze. Io ho posto la questione in modo ufficiale e ho chiesto: ditemi a quanto ammontano le risorse residue del Pac 2007-2013".

"Credo che adesso in base alle ultime proiezioni si possa parlare di almeno un paio di miliardi di euro che dunque potrebbero essere dirottati proprio sul fronte della decontribuzione del lavoro al Sud. Una misura che insieme allo sconto sugli investimenti darebbe una bella spinta al motore del Mezzogiorno che ora più che mai ha bisogno di una vera e propria emancipazione dall'intermediazione della politica e delle burocrazia nel rapporto con le imprese che investono".

"Sto aspettano ufficialmente una risposta. Certo se al 6 dicembre mi si dice che ancora non si è in grado di tirar fuori questi dati allora le strade sono due: o arrendersi oppure cambiare un pezzo di questo Stato. Non mi arrendo. E continuo il mio pressing. Questa è una battaglia difficilissima, ma se si scoprisse alla fine che le risorse ci sono ma non vengono date, allora sono pronto a chiedere la chiusura dell'Agenzia per la coesione».

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