RASSEGNA STAMPA

«È finito il tempo delle clausole di salvaguardia»

06.12.2015

Intervista rilasciata a Davide Colombo, pubblicata su Il Sole 24 ORE

 Il prossimo anno la legge di stabilità non ci sarà più. Al suo posto entrerà in scena la nuova legge di bilancio di carattere sostanziale che unifica l'attuale Ddl di Stabilità con il Ddl di Bilancio. Si tratta di una passaggio decisivo per la nostra programmazione economica, che porterà all'allineamento definitivo dell'Italia alla governance europea prevista dal fiscal compact.

Presidente Francesco Boccia, per chiudere questa riforma Governo e Parlamento hanno tempi strettissimi: bisogna approvare due decreti legislativi e un nuova legge. Io ho già proposto al Governo di rinunciare alla delega residua per chiudere la riforma del bilancio in un unico disegno di legge che dovremo approvare nei primissimi mesi dell' anno.

La struttura della nuova legge di Bilancio resta quella prevista: una prima parte norme di variazione di entrata e di spesa come fa oggi la Stabilità, con una seconda sezione con invece le previsioni di entrata e spesa a legislazione vigente con la relativa parte tabellare ridefinita?

Direi di sì ma con una variazione in più. Si può ragionare sull' ipotesi di introdurre nella stesso atto il nuovo quadro economico di autunno superando la pubblicazione della Nota di aggiornamento al Def del 20 settembre. Si può prevedere un disegno di legge unificato con il nuovo quadro macro validato dall'Ufficio di Bilancio da varare verso il 30 settembre sulla base dell' ultimo conto economico Istat a sua volta presentato con un anticipo. Mentre con Bruxelles resterebbe l'impegno per l'invio entro il 15 ottobre del Documento di programmazione a quel punto definitivo.

Però per l' Esecutivo la Nota rappresenta il documento chiave per fissare i saldi.
E per il Parlamento rappresenta invece una camicia di forza da superare. Anche quest' anno abbiamo visto che effetto spiazzamento producono le stime di crescita aggiornate dopo la metà di settembre.

Con questa riforma si prevede un ulteriore rafforzamento del bilancio per cassa.
L' Italia si trascina dal 1978 una scrittura doppia del bilancio: per cassa e per competenza, con una distinzione sulle spese impegnate e pagate e sulle entrate previste e incassate. Oggi nessun altro paese dell' Ue lo fa.

Anche la spending review entrerà a regime con la nuova legge di Bilancio unificata.

Esatto. Finisce la stagione dei commissari straordinari e delle clausole di salvaguardia: il Parlamento potrà decidere ogni anno sull'intera spesa primaria e se una politica esaurisce le risorse si deciderà in Parlamento come rifinanziarla, chiuderla, modificarla. E le coperture si fanno con i tagli sulla spesa non più con promesse sul disinnesco di aumenti di imposte future.

Le clausole sono una garanzia per Bruxelles. E noi ne abbiamo da disinnescare per 35 miliardi tra il '17 e il '18 e per altri 20 nel 2019.

Vero. Ma le clausole sono il contrario della programmazione. Come ha scritto sul vostro giornale Lorenzo Codogno vanno superate: il Governo deve decidere in anticipo gli obiettivi per ogni centro di spesa, a partire dai ministeri, garantendo poi gli strumenti per poterli rispettare. Con gradualità, nelle prossime due o tre leggi di bilancio, cancelleremo per sempre le ultime clausole ereditate in questi anni di emergenza finanziaria.

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