Intervista rilasciata a Leonardo Petrocelli, pubblicata su La Gazzetta del Mezzogiorno
Francesco Boccia, deputato dem, quale lezione nazionale possiamo trarre dal voto in Abruzzo?
«Senza giri di parole è una vittoria schiacciante di Salvini e della Lega. I numeri non mentono mai e ci
raccontano che, in Italia, non esiste più il centrodestra, ma la destra».
E questo chi dovrebbe far riflettere?
«Soprattutto gli elettori di sinistra che, votando Movimento 5 Stelle, hanno regalato a Salvini la leadership della destra italiana».
A proposito di 5S come giudica il loro crollo?
«In otto mesi assistiamo a un tracollo che dà il senso della volatilità del voto. I grillini devono capire che più restano con Salvini più saranno fagocitati e snaturati. Il leader della Lega li sta portando a destra. È lui a decidere su immigrazione, sicurezza, infrastrutture. Perfino sulle trivelle stava per prevalere».
E poi c’è il nodo dell’autonomia rafforzata...
«È un progetto incosciente portato avanti da Veneto e Lombardia su cui serve una riflessione seria. L’autonomia va bene ma solo dopo aver stabilito i livelli essenziali delle prestazioni e aver ridotto il gap infrastrutturale. Altrimenti diventa una secessione mascherata».
Tornando all’Abruzzo, il travaso dei voti grillini sembra essere avvenuto a vantaggio del centrodestra e non del centrosinistra. Insomma, secondo alcuni analisti non li avete presi voi.
«Non sono d’accordo. La Lega ha preso 59mila voti in più rispetto alle politiche. Forza Italia ne ha persi 55mila e CasaPound 5mila. È evidente che il Carroccio ha fatto incetta nell’area di centrodestra».
E allora i voti degli elettori grillini delusi dove sono finiti?
«In minima parte alla Lega. Una quota importante ai partiti di centrosinistra e poi, ovviamente, a
nutrire l’astensione».
In tanti ora, nel M5S, stanno riflettendo sulla convenienza dell’alleanza con la Lega. È il momento per il Pd di provare a riaprire un dialogo?
«Penso che questa legislatura sia compromessa a causa di un doppio errore: del Pd che non si è
nemmeno seduto al tavolo e del M5S che ha pensato di poter governare con un partito di destra come la Lega. Noi oggi siamo in piena ricostruzione del partito e della coalizione».
Dal punto di vista del centrosinistra qual è invece la lezione abruzzese?
«Il Pd non è cresciuto rispetto alle politiche. A farci raggiungere il 31 % sono stati gli alleati. Il nodo è
che uniti si vince: dobbiamo ricostruire un campo largo e Nicola Zingaretti può farlo benissimo».
Quindi il governatore Michele Emiliano fa bene, in Puglia, ad allargare le maglie della coalizione?
«È la lezione di Prodi e degli ultimi vent’anni: se sappiamo unire, possiamo vincere».
Crede che il governo durerà?
«Il governo è un Ogm politico e così non va da nessuna parte. Anche in Sardegna, come in Basilicata, la partita sarà fra centrodestra e centrosinistra. Poi ci saranno le Europee. Il M5S rischia di incassare tre batoste, ben peggiori di quella abruzzese. Davvero vogliono continuare così?»
E se il governo cade che succede? A quel punto si può aprire un dialogo con i grillini?
«Se cade il Governo si torna al voto, al giudizio degli italiani e solo dopo si dialoga con una visione chiara della società».