Intervista rilasciata a Francesco Cerisano, pubblicata su Italia Oggi
Una piattaforma Rousseau anche per il Pd. Ma a differenza dei 5 Stelle, quella dei dem dovrà essere trasparente e realmente partecipativa, e non un votificio come quello ideato dai Casaleggio che chiama gli iscritti solo a ratificare decisioni già prese dal partito e non a essere realmente protagonisti delle scelte politiche. La ricetta è di Francesco Boccia, uno dei sette candidati alla segreteria del Partito democratico, da sempre sostenitore della necessità di dialogo con i Pentastellati, ma anche fautore di un partito più aperto di quello che, in pochi anni, ha perso sei milioni di voti e la leadership nel Paese. Dai più etichettato come amico dei grillini, il deputato pugliese, a conferma del detto che invita a diffidare in primis degli amici, sferrerà il 15 dicembre un assalto informatico in piena regola contro la piattaforma dei 5 Stelle. Un attacco hacker non ostile che rivolterà come un calzino la piattaforma Rousseau, facendone emergere la vulnerabilità, l’opacità e la scarsa trasparenza degli algoritmi che la governano.
Domanda. Onorevole Boccia, allora, il 15 dicembre scaglierà l’attacco contro la piattaforma dei Casaleggio. Ha promesso di volerla «smontare e rimontare» ma i 5 Stelle a dire il vero non sembrano essere così preoccupati. L’hanno anche ringraziata per l’attenzione verso Rousseau avvertendola che, in caso di danni, sarà lei a pagare. Chi sono i suoi hacker e cosa faranno?
Risposta. Sono sviluppatori, startupper, programmatori che ho imparato a conoscere grazie all’esperienza di Digithon (la maratona digitale che Boccia organizza annualmente in Puglia alla ricerca dei nuovi talenti del web ndr). Non sono tutti elettori del Pd, anzi alcuni non lo hanno mai votato. Ci ritroveremo a Roma alle Officine Farneto per organizzare una grande maratona per il futuro del Pd e per smascherare Rousseau con una dimostrazione pratica che ne farà emergere la vulnerabilità e la fallacità.
D. Lo scopo è solo questo?
R. No, durante l’evento proporremo alle parti sociali e ai tanti elettori che si sentono esclusi dall’attuale Partito democratico la nostra idea di una piattaforma realmente partecipativa. A differenza di Rousseau, la nostra sarà open source, con un codice sorgente di pubblico dominio in modo da garantire agli utenti una trasparenza totale. Il nome sarà una sorpresa, ma indicherà chiaramente la nostra idea di società: aperta e trasparente. Di sicuro non ci ispireremo a un calvinista, diventato poi deista, che, in quanto tale, rifiutava ogni forma di rivelazione. Una piattaforma intitolata a Rousseau non poteva non essere opaca.
D. Già la si accusa di strizzare l’occhio ai grillini. Non crede con questa iniziativa di prestare il fianco ai suoi detrattori? Qualcuno potrebbe dire che ha in mente un Pd a 5 Stelle.
R. Va dato atto a Casaleggio padre di aver cambiato il linguaggio politico. Questo è incontestabile. Noi del Pd non siamo stati bravi ad intercettare questo cambiamento e a mixare innovazione e tradizione, rinnovamento ed esperienza. Avremmo dovuto coniugare le sfide del digitale e la lotta alle nuove povertà, occuparci dei rider di Foodora e delle periferie e invece ci siamo chiusi nei salotti buoni. E infatti nelle periferie non ci votano più perché siamo percepiti come il partito degli amministratori delegati.
D. Per questo sta facendo campagna elettorale nei mercati e nei quartieri popolari e disagiati come Scampia?
R. Ho deciso di ripartire dai mercati perché è lì che si toccano con mano i problemi reali della gente. L’idea di Pd che ho in mente è quella di un partito inclusivo che non chiuda le porte a nessuno. Non a caso ho scelto come slogan «A porte aperte». Oggi se qualcuno si presenta in una sezione del Pd per iscriversi invece che essere accolto a braccia aperte ha la sensazione di essere respinto. Perché si teme che una tessera in più o in meno possa alterare gli equilibri di potere. Io voglio il tesseramento online. Tutti devono poter aderire al Partito democratico.
D. I suoi avversari per la segreteria come la pensano in proposito?
R. Se hanno davvero a cuore le sorti del partito spero che la pensino come me. Diversamente mi preoccuperei. Per il Pd.
D. Ci sintetizzi in un tweet il programma per il suo Pd.
R. Lo sintetizzo in tre parole: scuola, lavoro, ambiente. Ho depositato un emendamento alla Manovra per destinare le risorse della fiat tax alla creazione di un conto scuola intestato ad ogni studente che possa coprirgli le spese di istruzione fino a 18 anni. Jobs act e decreto dignità vanno entrambi cancellati e riscritti. Sull’ambiente è necessario ripartire seriamente da una legge che limiti il consumo del suolo. Ed è ora di dire basta ai condoni.