RASSEGNA STAMPA

Più affini al M5S. Con Salvini il PD non parla

27.02.2018

Intervista rilasciata a Francesco Strippoli,  pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno 

BARI Tutti a parlare di coalizioni possibili. O alleanze indesiderate. Gentiloni dice no a populisti e sovranisti. Di Maio chiede un contratto con chi ci sta. Casa Pound è con Salvini. «A noi - dice Francesco Boccia (Pd), capolista per la Camera a Lecce - conviene solo che il Pd sappia fare il Pd».

«Se saremo innovativi, il Movimento 5 Stelle non ci potrà fare paura. Loro sono moderni, un po' come noi del Pd». Così parla Francesco Boccia, capolista per la Camera a Lecce, molto duro nei confronti di Matteo Salvini e della destra che, in una parola, giudica «sgangherata». Sempre per Boccia, l'alleanza tra il leader leghista e Silvio Berlusconi somiglia «a un' accozzaglia molto pericolosa. Noi e i pentastellati, invece, siamo i due blocchi politici di riferimento del Paese». Nel suo personale programma elettorale, il candidato democratico immagina lo sbarco dell' Erasmus alle scuole superiori».

Considerate tutte le ipotesi, cosa prevede per il dopo voto?

«Faccio un ragionamento largo. Proprio ora Mario Draghi ha ribadito che il Quantitative Easing va avanti: significa che fino a quando non avremo l'inflazione al 2%, la politica monetaria resta espansiva e la Bce continuerà ad acquistare titoli pubblici europei. Fino a quando ci sarà Draghi, anche contro varie obiezioni, tale politica monetaria non si allenterà».


Arrivi al punto, per favore.
«Ci arrivo. Il Pd ha voluto e votato la costituzione del Fondo monetario europeo, organismo che nascerà in Italia nel 2018. Quando Draghi non ci sarà più e si vorranno evitare le situazioni come quella del 2011, interverrà il Fondo monetario europeo. Ebbene questo organismo è stato votato da noi del Pd, non da Lega e FI. E allora: come si fa a stare al tavolo con loro, quando c' è una visione così distante sulle strategie? Per il futuro credo che tocchi al Pd di far valere la forza che ha mostrato di avere.
Chi avrà un voto in più, guiderà le danze».


Potrebbe essere proprio il centrodestra.
«Ne dubito, tuttavia quella è una coalizione di partitini, peraltro divisi tra loro. Quanto potranno valere? Non di più del Pd o dei 5 Stelle. Quel centrodestra, per le cose che ho detto, è un pericolo. Mentre Pd e 5 Stelle sono i due autentici blocchi cui fa riferimento larga parte del Paese. L' altro blocco, il terzo, in realtà è diviso e non si capisce chi comandi tra loro».

Insomma lei, come Michele Emiliano, è favorevole a discutere di un eventuale governo con i 5 Stelle.
«Penso che non sia un errore. La Puglia, dicono i sondaggi, è la regione che assegna al Pd un risultato più alto della media meridionale. È la Regione di Emiliano, forte e innovativa. Io penso che quando il Pd fa il Pd, come in Puglia, i 5 Stelle si dissolvono».


Si vedranno i risultati. Ma non c' è solo il Pd di Puglia.
«Vero, però insisto: piuttosto che la sgangherata coalizione di centrodestra, sarebbe preferibile parlare con il 5 Stelle. Ai quali dico che mentre loro si limitano a chiedere, noi abbiamo già fatto. Si veda il caso del Bes, indicatore di benessere equo e sostenibile: misura la qualità della vita, le diseguaglianze, perfino la Co2 da immettere in atmosfera. L' abbiamo inserito nella legge di Bilancio. E così sulla battaglia per l' ambiente, materia su cui Emiliano si è speso molto, dall' Ilva alla Tap».


Su Tap anche Berlusconi si è unito ai critici del gasdotto.
«Calma. Noi non siamo contro il gasdotto, ne critichiamo l'approdo e avvertiamo di fare attenzione al centrodestra: da quelle parti, basta una telefonata di Putin a fare cambiare idea e strategia. La Russia, come si intuisce, è contraria alla strategia di diversificazione dell' approvvigionamento garantita dall' arrivo di Tap. Non mi sembra che Berlusconi esprima una posizione ambientalista».


Dica tre punti del programma che le stanno a cuore.
«Primo: la fibra ultraveloce deve partire dal Sud. Tutti gli investimenti pubblici devono partire dal Sud, come si fece con l' autostrada del Sole. In secondo luogo dico No alla privatizzazione dell' alta velocità».

È privata?
«Dobbiamo scongiurare che lo diventi. L'investimento americano per acquistare i treni di Italo deve suonare come un campanello d' allarme. Con le tasse di tutti gli italiani abbiamo realizzato i grandi snodi del Nord e del Centro fino a Napoli. Ora vogliamo che l' alta velocità arrivi a Bari, Lecce, Reggio Calabria».

Terzo punto?
«Costruire l'erasmus pubblico per le scuole superiori, in modo da mandare all'estero i nostri studenti e farli tornare qui con un'altra lingua imparata, la fibra ottica e l'alta velocità. Assieme a questo mi immagino che l' eccellente Politecnico di Bari diventi il Politecnico della Puglia, triplicandogli le risorse. Avrebbe davanti a sé il Mediterraneo, il Maghreb e Israele. Ecco la Puglia che voglio».

 

 

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