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Piano Juncker, individuare asset strategici chiari o rischio flop

25.03.2015

Tempi troppo lunghi, vanno ridotti

“Il quadro si va chiarendo sempre di più, di audizione in audizione emerge con chiarezza che Commissione UE, Parlamento UE e Bei hanno tuttora  posizioni differenti sulla finalizzazione delle risorse attivabili attraverso il Piano Juncker. L’unica certezza che, ad oggi, abbiamo è che stiamo parlando di 21 miliardi di garanzie che dovrebbero stimolare investimenti, stimati secondo lo stesso Juncker, superiori a 300 miliardi. Le valutazioni finali le faremo al momento opportuno anche se, come emerso in questi giorni in commissione Bilancio dall’audizione della Cassa Depositi e Prestiti e delle associazioni di Banche e Assicurazioni, dobbiamo necessariamente evitare che possano essere annullati gli effetti anticiclici che stanno alla base del piano stesso.

Per un Paese che non riesce a programmare in tempi adeguati la realizzazione delle infrastrutture strategiche, procedure farraginose anche sulle garanzie rischierebbero di essere letali. Ci auguriamo che il governo italiano possa, tra aprile e giugno, individuare asset strategici chiari, a partire dalla banda larga, per concentrare le risorse a disposizione. Sarebbe, infatti, paradossale che partecipassimo, attraverso la CDP, al finanziamento del Piano Juncker con 8 miliardi e non avessimo però un elenco di interventi da realizzare a valere sulle risorse che, anche per l’effetto leva, potrebbero risultare  disponibili. Di questo abbiamo il dovere di discutere nel Partito Democratico e in Parlamento”.

Così Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, a conclusione del terzo ciclo di audizioni in commissione Bilancio sul Piano Juncker. Le audizioni si completeranno la prossima settimana con il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan.

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