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Jobs act, da delega a saldo zero a quella condizionata

08.10.2014

ROMA, 8 OTT - "La corsa spasmodica del governo per l'approvazione della legge delega sul lavoro si arricchisce, in zona Cesarini, dell'ennesima complessità. Se, fino a ieri, l'attuazione delle deleghe era caratterizzata dalla logica del cosiddetto 'saldo zero' (nella delega è espressamente scritto che 'non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica') la creatività delle ultime ore ha trasformato la delega a saldo zero in delega sotto condizione che prevede che gli stessi decreti legislativi dai quali derivano nuovi o maggiori oneri possano essere emanati solo successivamente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanziano le risorse finanziarie necessarie, ivi compresa la legge di stabilità. Tradotto significa che se nella migliore delle ipotesi la riforma Poletti vedrà la luce nel 2015, attraverso un certo numero di decreti delegati, potrebbe essere una legge di stabilità successiva a coprirne i maggiori oneri, di fatto posticipando ulteriormente l'entrata in vigore della riforma nel suo insieme".Cosi' Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera. "Viceversa, se il Jobs Act dovesse essere approvato a saldo zero, dovremmo dedurre che, oltre alla cancellazione dell'articolo 18, non ci sarebbe neanche l'estensione dei diritti universali, perchè sarebbero utilizzate esclusivamente le risorse esistenti. Si passa, dunque, da una delega a saldo zero a una delega sotto condizione".(Ansa)

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