RASSEGNA STAMPA

Attacco Agnelli sulla Figc "Tavecchio inadeguato, noi cerchiamo il nuovo"

09.07.2014

Il presidente Juve: "Riforme non traghettatori. Abete? Lasci pure Coni e Uefa. E Prandelli si è smarcato". Poi il chiarimento col c.t.

"Tavecchio? Ha ufficializ­ zato la sua disponibilità, ha il forte supporto di Carraro, cioè il supporto di un sistema che vie­ ne da lontano. Noi faremo delle valutazioni percercare qualcosa di nuovo". Andrea Agnelli, pre­ sidente della Juventus, parte su­ bito all’attacco del, finora, unico candidato alla presidenza della Federcalcio. Non trattiene il suo disappunto neanche davanti al­ le parole "concilianti" del presi­ dente del Coni Giovanni Mala­gò, che parla pure delle difficol­tà di trovare un manager "super full time" che si accontenti di 36mila euro lordi l’anno, e ag­giunge: "Comunque si sa benis­simo quello che non si vuole". Insomma, Agnelli boccia Tavec­chio, ma boccia anche Abete - "Ha dato le dimissioni nel pieno della crisi politica, il suo è stato un gesto irresponsabile" e chie­de le sue "dimissioni anche dal­la Giunta Coni e dalla vicepresi­denza Uefa"- e ha parole sarcastiche perfino nei confronti dell’ex c.t. Cesare Prandelli (che con Abete "si è smarcato nel mo­ mento del bisogno"), con cui ironizza pure sul diverso siste­ma fiscale turco. Il chiarimento. E almeno con Prandelli un chiarimento c’è stato. L’ex c.t. a Sky sport spiega in serata: "Ho parlato con An­drea Agnelli, il suo commento sulle mie dimissioni era soltan­to una battuta", giura. L’occa­sione per l’affondo del presi­dente della Juventus è stata la presentazione a Montecitorio (ospite del presidente Pd della Commissione Bilancio France­sco Boccia) di una ricerca su "L’impatto economico dello sport in Italia". Occasione an­che per un incontro riservato di 20 minuti con il presidente del Coni Malagò e il segretario ge­nerale Fabbricini. Grandi manovre Andrea Agnelli alla guida della Feder­calcio vuole "un ex calciatore con grande autorevolezza" co­me Platini (presidente dell’Ue­fa) o Rummenigge (alla guida dell’Eca): "Quando entrano lo­ro gli altri sentono il dovere di alzarsi in piedi - racconta -. Farei fatica a riconoscere la stessa autorevolezza a Tavec­chio". In verità il numero uno della Lega Dilettanti con Platini è grande amico e spesso è ospite a Nyon. Comunque alla precisa domanda se il suo candidato è Demetrio Albertini, Agnelli pre­ferisce non fare nomi, ma cita un gruppo di grandi ex a cavallo tra i ‘90 e i 2000: "Rispondono all’identikit anche Vialli, Maldi­ni, Cannavaro, Costacurta...". Suggestioni, al momento niente di più. E pure la candidatura di Albertini per ora resta virtuale. Le Leghe professionistiche che rappresentano il 34% dell’elet­torato (12 la A, 5 la B e 17 la Le­ ga Pro) sembrano spaccate. La Serie A non riuscirebbe a espri­mere una propria candidatura: otto sarebbero pro Tavecchio, altrettante contro, con quattro indecise (di cui tre più orientate su Tavecchio). La Serie B, che oggi tiene la sua assemblea a Milano, è probabile che abbia la stessa divisione, inoltre a pesa­re sulle velleità di Abodi c’è quella mutualità che la Lega maggiore potrebbe ridurre dra­sticamente. Ancora incerta la Lega Pro, ma anche lì sicura­ mente esistono anime diverse. E un commissario? Anche se Malagò ammette che se "l’11 agosto non si avrà un presiden­te il commissariamento è un di­ritto e un dovere", la situazione è più complessa. Difficile che si possa arrivare a un nulla di fat­to, per l’elezione del presidente basta il 50% più uno dei voti, ma potrebbero prepararsi tempi duri soprattutto per quelle riforme che tutti auspicano: governance, campionati, giovani.

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO



LEGGI ALTRI ARTICOLI