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Nel partito c’è bisogno dell’esperienza e dell’energia di tutti. Renzi un talento che si è fatto male da solo

02.02.2017

“Penso che D’Alema con grande dignità abbia fatto una scelta anche controcorrente, l’ha fatta fuori dal PD, lui che nelle ultime elezioni non si è ricandidato e non ha chiesto deroghe. Renzi ha fatto un errore clamoroso: avendo avuto la fortuna di trovarsi ad essere la sintesi di milioni di elettori ha pensato che tutti gli altri che rappresentavano il mondo e la storia da cui veniamo non fossero più utili, da Bindi a Veltroni, da Prodi a Bersani, a Letta, con un certo sadismo nell’umiliare i gruppi dirigenti solo perché erano ‘vecchi’ o la pensavano diversamente. Ma la somma delle loro esperienze era un patrimonio inestimabile, come lo sono le nuove generazioni.

E, poi, Renzi, sempre per non ascoltare, ha commesso una serie di errori gravissimi su tanti provvedimenti, dall’abolizione della web tax, oggi sempre più attuale, alla scuola, alle banche popolari. È agli atti che tutti gli sbagli gli erano stati indicati per tempo,  ma non ha ascoltato.

Matteo è un talento, molte delle sue iniziative sono nate da grandi intuizioni ma poi stravolge tutto e non dà retta a chi nel partito ha delle competenze.

E i risultati si sono visti. Vale anche per i ‘nuovi’: non potevano essere usate meglio e di più le competenze di alcuni presidenti di Regione, come Rossi, Zingaretti, Emiliano, Chiamparino? Perché lasciar scappare uno come Civati?”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in un’intervista al Giornale di Sicilia

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