RASSEGNA STAMPA

Def incompleto, così con Bruxelles si parte male

06.10.2016

Intervista rilasciata a Alessia Gozzi, pubblicata su QN

ROMA «IL GOVERNO cerchi di evitare la bocciatura dell' Ufficio parlamentare di bilancio per qualche zerovirgola». Una rottura, secondo il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, che «non aiuterebbe il dialogo con Bruxelles».

Lei si è espresso duramente: Padoan è stato mal consigliato e poco cauto... «Avrebbe semplicemente dovuto seguire le regole della legge di Bilancio, dando alcune informazioni di dettaglio sull' impatto delle singole misure. Invece, il provvedimento era incompleto. Avremmo evitato le incomprensioni».

E, soprattutto, i conti non coincidono con quelli di diverse istituzioni, a partire da Bankitalia. «Investimenti e consumi fissi, ad esempio, sono voci che non tornano e, nel momento in cui si decide di sottoporre al Parlamento un quadro diverso rispetto a quello dell' Upb o della stessa Bankitalia, il governo deve dare informazioni sul perché».

Se il governo non riuscisse a convincere l'Upb cosa succederebbe? «L' Aula è sempre sovrana e può votare comunque la Nota. Ma io eviterei la prima mancata validazione dell' Upb per uno o due decimali, mi sforzerei di cambiare qualcosa. Non è un mistero che tra qualche giorno il Parlamento voterà l'autorizzazione ad usare maggior deficit. Se devi forzare comportamenti e regole, non lo fai per lo 0,1 o lo 0,2%».

Il Parlamento può ignorare la bocciatura ma, politicamente, ci sarebbero conseguenze? «In Europa, il governo potrebbe incontrare qualche problema in più».

Sembra che si sia aperto un nuovo fronte anche nel Pd. «Il Pd è sempre stato il partito della trasparenza e del rigore nei conti, le infrazioni europee sono state aperte tutte con il centrodestra. Proprio perché la fase è molto sensibile sul piano politico, io questo dibattito sul Def me lo sarei risparmiato». 

Scenario: l'Upb non cambia idea, il governo tira dritto. «Nel documento programmatico di Bilancio che verrà inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre i numeri possono cambiare, il deficit non sarà al 2%. In ogni caso, conteranno saldi che usciranno dal Parlamento a dicembre con l' approvazione della manovra. L'anno scorso in quella sede fu aggiunto uno 0,2% in più di deficit».

A proposito, le clausole di salvaguardia non dovevano sparire? «Non sarà più possibile farne di nuove. Restano quelle sull' aumento Iva e accise nel 2018 e nel 2019 che sono un' eredità del passato, il governo le ha sterilizzate solo per il 2017».
 

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