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Spending review non c'è, lo dico da tempo

04.09.2016

Roma, 4 set. (AdnKronos) - "La spending non c'è. L'ho detto anche prima di Perotti". Così all'Adnkronos Francesco Boccia sull'intervista al Corriere della Sera in cui l'economista Roberto Perotti, ex commissario alla revisione della spesa, afferma di essersi dimessosi perché il governo non faceva "seriamente".

"Come ho detto più volte in questi ultimi due anni, Gutgeld non è riuscito a dare a se stesso i ripetuti consigli che dava ai suoi predecessori soprattutto Cottarelli", attacca Boccia.

Tre in primis, secondo Boccia, le voci di spesa su cui il governo dovrebbe intervenire la giungla delle agevolazioni/detrazioni fiscali, partecipate pubbliche e Rai: "Il governo deve avere il coraggio di mettervi mano", attacca il parlamentare Pd. Il riordino delle tax expenditures "andava affrontato e invece non l'hanno fatto perché quando tocchi gli interessi di alcuni gruppi hai una reazione e questa mal si concilia con gli interessi elettorali", attacca Boccia.

Stessa sorte alle migliaia di partecipate e agenzie: "tutte quelle funzioni che possono essere internalizzate, che le svolga la funzione pubblica con il personale che ha" dice, sollecitando però anche l'ingresso nella pa di "20-30mila giovani digitali che costano meno dei 60enni che andrebbero accompagnati gradualmente verso l'uscita dal mercato del lavoro".

Sul fronte Rai Boccia concordo con il giudizio di Perotti. "E' l'esempio di come si rischi di aumentare le risorse alle   aziende pubbliche inefficienti anziché ridurle. Non solo non si taglia ma si danno soldi indipendentemente da quello che si fa o si produce", afferma.

Infine il parlamentare Pd si sofferma poi sui necessari aumenti dalla sanità, in linea con una revisione della spesa di qualità e non alla cieca che riduce le risorse indiscriminatamente a danno del servizi pubblico. "Lo scorso anno non sono stati concessi quegli aumenti alla Sanità che fanno riferimento all'evoluzione demografica del paese. Sconsiglierei - conclude - anche quest'anno di pensare alla riduzione di quegli aumenti, ha senso razionalizzare acquisti come stato fatto il tagli deve essere ma qualitativo e non uguale per tutti, come altre volte è stato fatto".

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