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Per amministrative e referendum serve un PD unito e forte. Bene l'anticipazione del congresso

09.05.2016

Una sintesi del mio intervento alla direzionedel Partito Democratico

ROMA, 9 MAG - "Credo che una Direzione fatta senza tempesta possa consentirci di provare ad avviare alcune serie riflessioni su temi che non possono fermarsi solo in Direzione. È evidente che per il partito ci sia la necessità che si tengano tutti per mano sui singoli temi. Avremmo bisogno di più partito, in alcuni casi abbiamo la necessità di condividere alcuni passaggi altrimenti rischiamo di non capirci, come su temi connessi su unione fiscale, unione bancaria.

"Penso che ci sia bisogno di più Pd perché sia quasi più naturale che gruppi dirigenti si tengano per mano. Nella storia dei partiti strutturati c'è sempre qualcuno che canta in play back, mentre ora c'è la necessità che si canti tutti insieme.

Condivido le analisi fatte dal Segretario Renzi sullo stato dell'Europa in questo momento storico e, a maggior ragione, rilancio sulla sua battaglia per la flessibilità, dicendo che c'è bisogno di un Pd determinato e forte. Sull'Unione fiscale, sull'Unione bancaria, sulla maggior flessibilità connessa agli investimenti pubblici  e sullo stesso piano Juncker, mai definitivamente decollato nonostante la buona performance italiana, va detta la verità in Europa. Anche alzando i toni in alcuni momenti.

Un continente, quello europeo, diventato a causa della miopia delle classi dirigenti degli ultimi due decenni un campionato di serie C con una squadra di serie A come la Germania che con il suo grande surplus commerciale rallenta anche le riforme economiche perchè, non nascondiamolo, non si fida degli altri e ha interesse a mantenere il livello della competizione sempre da serie C.

Un capitalismo rivoluzionato dalla 'data economy', senza più confini, necessita di un'Europa moderna e al passo con i tempi. Invece è lenta e invecchiata. A noi il compito di difenderla dai populismi e dalle spinte xenofobe crescenti, ma serve una sinistra moderna e un Pd forte e unito. Su questo tema non basta chiedere meno polemiche, servono esempi quotidiani con i comportamenti che spingano tutti a essere coerenti con un grande impegno collettivo.

I mesi che abbiamo di fronte saranno decisivi non solo per la legislatura ma per la politica italiana e per la stessa tenuta della nostra comunità politica. Il Pd deve affrontare con il massimo della compattezza le elezioni amministrative e la campagna referendaria sulle riforme. Abbiamo una responsabilità storica e non risolviamo i problemi che abbiamo di fronte a noi con zuffe o scontri incomprensibili. Ma vale per tutti. Necessario che il vertice del partito abbia la forza di coinvolgere tutti su un disegno complessivo condiviso. Dalle ragioni sulle riforme, all'idea di un'Europa capace di includere e di essere motore della modernità.

Un minuto dopo il referendum ha molto senso anticipare il congresso, magari facendolo durare i mesi necessari per un confronto vero e approfondito che incoroni un leader in grado di rappresentare tutti e a quel punto anche anticipare le elezioni di qualche mese, con la nuova Costituzione, non sarebbe un problema.

 

 

 

 

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