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Sharing economy, il sud se la gioca con tutti

07.05.2016

Servono classi dirigenti all'altezza della sfida

“Se l'economia della condivisione fosse limitata solo alle attuali categorie di business: cibo, trasporti e attività ricettive, sarebbe, visti i numeri, solo una traslazione di valore negli stessi comparti, da quelli gestiti in maniera tradizionale a quelli più innovativi” Così Francesco Boccia nella sua lunga relazione introduttiva a “Sharing Economy, dall’esperienza al progetto” nell’ambito del Forum distrettuale dell’imprenditoria, organizzato da tutti i Rotary di Puglia e Basilicata a Potenza.

Il presidente della commissione Bilancio sottolinea come “è dovere del regolatore intercettare e accompagnare i cambiamenti che vanno iscritti d'ufficio nella più ampia rivoluzione impressa al capitalismo moderno dal digitale: la ‘data economy’. Chi detiene dati e informazioni possiede oggi la materia prima, un capitale con valore inestimabile su cui poggiano le nuove catene del valore. L'economia della condivisione è un pezzo di questo cambiamento e necessita, come l'intero sistema, di un'unione fiscale condivisa e di una regolazione in grado di tutelare i contenuti”.

“Il Parlamento – aggiunge - deve accelerare ulteriormente il proprio lavoro perché il mondo corre e i cambiamenti intorno a noi sono profondi, veloci e incidono non solo nell'organizzazione delle imprese ma anche sulle relazioni sociali. L'Italia, su questo, ha svolto, in anticipo rispetto a molti paesi europei, un dibattito spesso aspro ma vero. Ora è il tempo di approvare un insieme di regole condivise e durature”.

“In Puglia, dal 23 al 26 giugno – ricorda, infine, Boccia - approfondiremo il tema con Digithon. Quattro giorni di dibattiti, interviste e confronti tra i protagonisti dell’economia digitale: dalle OTT alle grandi aziende di informazione, dalle banche ai fondi di investimento, da Borsa italiana a Consob. E, all’interno, una maratona di 36 ore dedicata alle start-up, in cui gli ideatori di 100 progetti innovativi avranno la possibilità di trovarsi faccia a faccia con investitori nazionali e internazionali. Da questo punto di vista Basilicata e Puglia dimostrano di non aver paura di competere ad armi pari con i principali centri di innovazione del mondo".

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