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DERIVATI, FRANCESCO BOCCIA ALL' HUFFPOST : " SONO DEGLI STRUMENTI LETALI, ANDREBBERO LIMITATI " ( da L'HUFFINGTON POST DEL 26/06/2013 )

26.06.2013
È da ormai una legislatura e mezza che Francesco Boccia, Pd, presidente della commissione bilancio alla Camera, è in guerra contro i derivati. Per questo oggi, quando ha letto sui giornali la notizia degli otto miliardi di euro di perdite a cui l'Italia corre il pericolo di dover far fronte a causa dei contratti sui derivati siglati sul finire degli anni Novanta, non si è scomposto più di tanto. Lui che in passato ha definito a più riprese ?letali? questi strumenti finanziari (e che li ha persino paragonati alla bomba atomica ) sa bene che questi titoli alla fine possono presentare un conto salato. Anzi salatissimo.
Questi otto miliardi di perdite, se confermati, rappresenterebbero una bella tegola. La notizia l'ha presa alla sprovvista?
Direi proprio di no. È da tre anni che il Pd s'interessa al tema dei derivati. La prima interpellanza parlamentare che abbiamo presentato al riguardo risale al gennaio del 2009. Ne hanno fatto seguito altre: una nel maggio del 2010, una a luglio 2011 e un'altra ancora datata giugno 2012.
Obbiettivo?
Vogliamo che ne venga limitato l'utilizzo, dal momento che è impossibile calcolare con precisione l'ammontare dell'esposizione su questo genere di titoli. Per questo avere nella gestione complessiva del debito una quota di derivati superiore al 10% del totale per la coperture dei rischi sui tassi d'interesse rappresenta un azzardo. Ma anche il meccanismo contrattuale che determina il costo successivo di questi titoli è da rivedere.
Qualcosa, però, già è stato fatto al fine di ridurre i rischi...
Oggi ci sono sicuramente più controlli sulle emissioni di questi titoli. Ma, a mio parere, il ricorso ai derivati andrebbe persino vietato a meno che non rispetti determinate condizioni. Non vanno assolutamente usati come strumenti surrettizi di finanziamento.
Sui derivati si è scontrato in passato anche con l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti....
Tremonti ha sempre scaricato la responsabilità sui derivati a un periodo storico preciso, antecedente l'ingresso dell'Italia nell'area euro. È indubbio che le operazioni sui derivati abbiano avuto inizio allora. Ma ciò non significa che i governi successivi avessero le mani legate: tutti i contratti possono essere rinegoziati per evitare che si verifichino situazioni come quella di oggi. Diversi enti territoriali, dal Comune di Milano alla Regione Puglia, sono intervenuti su vecchi derivati, mettendo le banche con le spalle al muro. E i risultati si sono visti.
Che conseguenze avrà la bomba a orologeria innescata dai derivati degli anni Novanta sui tentativi di fermare l'aumento dell'Iva e togliere di mezzo l'Imu?
Dobbiamo essere cauti. Verificare, innanzitutto, se l'ammontare delle perdite è davvero pari a otto miliardi come scrivono i giornali. Poi bisogna capire quando scadranno i contratti sui derivati finiti nel mirino del Tesoro, se quest'anno o più avanti. Solo a quel punto si potrà parlare degli effetti negativi che tali perdite avranno sui provvedimenti del governo, a incominciare da quelli su Iva e Imu. Ciò che posso dire, per adesso, è che una delle priorità dell'attuale esecutivo è far sì che la gestione del debito diventi una cassa di vetro.

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