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Se Fs in Borsa per far cassa allora meglio quote Eni-Enel

03.12.2015

Prima di privatizzazione risolvere contraddizioni, da Sud a treni

Roma, 3 dic. (askanews) - Dal Sud ai treni pendolari: portare in Borsa un'azienda come Fs che deve ancora risolvere delicate "contraddizioni" rischia di essere un errore. E se la privatizzazione diventa una operazione per "fare cassa" allora sarebbe meglio mettere sul mercato "un altro poco di Eni o di Enel". E' quanto afferma il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, il quale sottolinea di non essere contrario alla quotazione in sé ma mette in guarda da un "percorso" che potrebbe finire per sacrificare definitivamente il servizio universale.

La strada da seguire invece, secondo Boccia, dovrebbe essere quella di prevedere "più investimenti sulla rete" da parte dello Stato e poi "la liberalizzazione del servizio. Terrei la rete al pubblico e metterei in competizione le aziende, Fs compresa", spiega.

L'esponente Pd approva l'ipotesi di un coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti: "Preferirei una Cdp come cassaforte delle reti anziché azionista di supermercati".

La situazione attuale, fa notare, presenta diverse criticità:
"abbiamo un problema serissimo sulla qualità dei servizi in alcune parti del Paese, mentre sono stati fatti investimenti rilevantissimi nel paese, penso all'alta velocità, il Sud è scollegato". Quanto ai treni pendolari sono "inadeguati, vecchi, insufficienti": "compriamo i migliori treni al mondo con le risorse comunitarie che non riusciamo a spendere e mettiamoci i nostri pendolari dentro". Dopo questo "maxi-acquisto" si "definiscono i business plan delle singole tratte" per capire "quali sono le tratte su cui lo stato dovrà continuare a mettere i soldi".

Perché "nel momento in cui porti in Borsa tutte queste contraddizioni" la privatizzazione "può semplicemente servire a raccogliere risorse private che finiscono per concentrarsi sulle tratte ad alta redditività", sottolinea.

E a chi pensa di mettere sul mercato solo l'alta velocità, risponde: "E' un modo di concepire il capitalismo sempre nell'accezione peggiore, il capitalismo all'italiana, le cose buone le diamo ai privati e le altre più complicate restano al pubblico".

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