RASSEGNA STAMPA

Pensioni, per i rimborsi il tetto del 2007 può essere  un punto di partenza

10.05.2015

Intervista a La stampa

Un decreto legge che sospenda fino a dopo le Regionali gli effetti della sentenza della Consulta sulle pensioni? Non so se sia possibile un decreto legge così. Mi sembra tecnicamente problematico».

Presidente Boccia, cosa ne pensa di questa sentenza? 
«Nel merito, mi lascia molto perplesso, ma è un`occasione per riflettere. Io credo che debba avere un impatto minimo sul bilancio dello Stato e sulle prospettive di crescita del Paese». 

Ma in che modo? Qui si parla di molti miliardi di euro... 
«Se seguiamo le regole di bilancio prevalenti in Occidente, l`impatto sarà minimo. Gli arretrati, comunque siano definiti, possono andare "sotto la linea", cioè essere imputati nei deficit degli anni in cui non sono stati pagati. Così facendo si possono pagare col debito, che aumenterebbe, ma non sul deficit 2015. È una soluzione che va trovata con Bruxelles, e spero che l`Europa non cerchi forzature come avvenne nel 2011: molti parlamentari fecero presente al governo Monti che sarebbe finita in questo modo». 

C`è stata polemica su a chi dare i rimborsi e a chi no. 

«Continuo a pensare che il tetto già individuato nel 2007, otto volte il minimo, possa essere un utile punto di riferimento. Poi sono valutazioni del governo e del Parlamento. Certo, a mio avviso un pensionato con cinque-sei volte il minimo non può essere considerato un benestante. Quel che conta per la restituzione le risorse vanno imputate come competenza del bilancio di quegli anni. Il governo giustamente è preoccupato che venga frenato lo sforzo per lo sviluppo». 

Ma l`Europa sarà d`accordo? 
«Il mio timore è che a Bruxelles preferiscano una soluzione punitiva, scaricando tutto sul deficit del 2015. Io sono certo che sia più che legittima la via da me indicata, che riduce l`impatto al minimo. Se invece si vuole che tutto sia pagato sull`unghia, c`è il rischio di colpire in modo serio un budget 2015 che avevamo immaginato come un bilancio di ripartenza. Sarebbe come metterci una corda al collo». 

Quanto tempo può passare prima che il governo decida come replicare alla sentenza? 
«Non credo sia necessario dare una risposta immediata alla sentenza della Consulta. Si può prendere tutto il tempo necessario per avere un quadro completo dei numeri: sentire l`Inps, gli uffici parlamentari  di bilancio, e una volta chiaro il quadro fare tutte le valutazioni necessarie». [R.G1.] 

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