RASSEGNA STAMPA

Dialoghiamo ancora con Berlusconi ma alle cene con lui parlo di Juve

06.02.2015

da Libero.

Fra i Pd di nuova generazione Francesco Boccia è uno dei pochi che non è salito sul carro del vincitore dopo la conquista del partito e del governo da parte dei fiorentini.

Onorevole, non può essere che la vittoria di Renzi sul Quirinale si trasformi alla lunga in una sconfitta per il governo sulle riforme?

“Terrei distinte le due cose. Per quanto riguarda il Quirinale penso che Renzi, al quale io non ho risparmiato critiche, abbia agito nell`interesse del Paese cogliendo anche l`obiettivo di rinsaldare il Pd. L`ipotesi di un calcolo sarebbe stata fondata nel caso in cui fosse stato individuato un altro nome. Ma quando tu candidi un giudice della Consulta, un`icona dell`antimafia, un pezzo di storia del cattolicesimo democratico, ebbene allora hai fatto una cosa giusta. Gliene ho dato atto. Per quanto riguarda, invece, il governo credo che le riforme istituzionali vadano fatte nell`interesse di tutti e spero che, nelle prossime ore, ci sia il modo di lasciare polemiche e conflitti agli esperti della polemica, tornando a confrontarci su come essere all`altezza dei costituenti e della sfida storica che abbiamo di fronte”.

Resta il fatto che dopo la rottura del Patto del Nazareno Renzi dovrà cercarsi la maggioranza in Parlamento sia sulle riforme istituzionali che sull`italicum, oltre che su altri provvedimenti decisivi e strategici. Lei è preoccupato? Riprenderà la sua iniziativa diplomatica con Berlusconi per favorire il dialogo fra Fi e Pd?

“Se si riferisce alla cena con Berlusconi le dico subito che è una sciocchezza. Essendo da sempre un estimatore di Mattarella e il suo primo tifoso, non ho bisogno di nascondere nulla. Se fosse stato vero lo avrei detto. È chiaramente una polpetta avvelenata messa in giro da chi in questi mesi pensava di lucrare sul Patto del Nazareno. I nomi li conosce Bechis. Detto questo, visto come sta andando il Milan, se Berlusconi mi invita a cena gli spiego come va la Juve. In ogni caso se dovessi scegliere per una cena fra Verdini e Berlusconi, sceglierei sicuramente Berlusconi. Comunque se si riferisce al confronto sulle riforme, ritengo opportuno che vada avanti. Del resto sono sempre stato fautore di un dialogo alla luce del sole. Meglio un confronto Renzi-Berlusconi che Verdini con altri non identificati”.

A proposito di riforma elettorale, ora che il Patto del Nazareno non c`è più, cade anche l`alibi di Renzi che ha sempre addossato a Berlusconi la richiesta dei capilista bloccati?

Le rispondo con le parole del segretario: con veti e diktat non si va lontano. Vale per tutti”.

Non le viene il sospetto che col tourbillon che si è determinato possa mettersi in moto il meccanismo delle elezioni anticipate per arrivare ad una sorta di referendum su Renzi?

“Renzi è in campo ed è il leader del Pd legittimato dal congresso del 2013. È inevitabile che le possibili elezioni si trasformino in un referendum su di lui. Noi abbiamo il dovere di cambiare il Paese da Pd, da riformisti. Le elezioni anticipate non sono mai un buon segnale... Se non ci fossero alternative il Pd sa che solo se rimaniamo uniti si vince. Ecco, credo che gli elettori vogliano chiarezza, prima di qualsiasi altra cosa”.

Lei, come relatore sul Piano Juncker ha auspicato l`approvazione di un documento unitario del Parlamento a favore di una politica europea per la crescita, che tenga conto delle posizioni della Grecia. Pensa che sia ancora un obbiettivo raggiungibile? E cosa direte sul debito della Grecia verso l`Italia?

“Diciamo una cosa che nessuno dice. Sinora l`Italia, ma come pure la Germania o gli altri Stati europei hanno guadagnato fior d`interessi dal prestito fatto alla Grecia. Ecco, gli italiani sappiano che ogni cento euro prestati alla Grecia, lo Stato ha già incassato la sua cedola. Si tratta di ridurre questo tasso di interesse attivo. Ricordo che quello ufficiale, cioè quello della BCE ai Paesi è quasi zero. Io credo che sia un`ottima occasione per dimostrare che l`Europa è l`unione di Stati. Ciò detto, la Grecia non può nemmeno ipotizzare di tagliare il debito sul capitale. Ma la rinegoziazione sui tempi e sugli interessi si può, anzi si deve trovare una soluzione”.

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