“Con il Recovery Fund abbiamo l’occasione, forse unica, di definire e finanziare, dopo 20 anni, i livelli essenziali delle prestazioni che ogni singola Regione deve essere in grado di erogare e garantire a ogni cittadino.
Abbiamo il dovere di dare gli stessi servizi su sanità, trasporti, organizzazione della scuola e assistenza in ogni territorio, a partire dalle aree più svantaggiate del Paese.
Il mezzogiorno, le aree interne e le aree di montagna sono la priorità: per questo motivo rivendico con forza l'intervento dello Stato in vari passaggi di questi mesi a partire dalle scelte di queste ore sulla rete unica. Abbiamo un debito immenso con le nuove generazioni: non è più ammissibile avere aree del Paese senza una rete veloce all’altezza della trasformazione digitale della nostra società.
Definiti i Lep, senza i quali non si fa la riforma quadro dell'autonomia differenziata, acceleriamo per le materie che non necessitano di risorse finanziarie, con un decentramento amministrativo forte e spinto e facciamo nascere una fase nuova per le il regionalismo italiano e per l’intero Paese.
Dal primo giorno in cui mi sono insediato ho fatto in modo che la Conferenza Stato-Regioni non fosse un parerificio ma il luogo permanente del confronto politico tra i diversi livelli istituzionali. Il Covid ha accelerato questo processo e le istituzioni hanno sperimentato sul campo della soluzione dei problemi quotidiani cosa significa fiducia reciproca e leale collaborazione. Sentiamo il dovere di andare avanti così.
Oggi pomeriggio ho partecipato al convegno digitale sul tema "1970-2020 Mezzo secolo tra luci ed ombre. C’è un futuro per il regionalismo?" promosso dal Gruppo PD Consiglio Regionale Calabria
alla presenza di Domenico Bevacqua, Carlo Guccione, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Luigi Tassone, Walter Nocito, Guerino D'Ignazio, Giuseppe Lupo, Jole Santelli”.
Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.
