"L'Italia è l'unico Paese che nelle attività finanziarie non applica tassazioni progressive ma proporzionali che alla fine sono penalizzanti nel confronto con gli altri Paesi Europei. E questo approccio scoraggia molti investitori. Se non riequilibriamo questo non faremo mai il salto di qualità. Nel 2012 con il Governo Monti e nel 2015 con il Governo Renzi, alcuni interventi sulla tassazione delle attività finanziarie sono state fatti ma, visti i conflitti sociali che stavamo attraversando, sono apparsi più come dei tentativi per pulirsi la coscienza, come nel caso della TTF all'italiana solo su azioni e derivati su azioni.
Non funziona e non ha alcun senso fatta così. Scelta che ho sempre fortemente criticato. Per questo oggi, che siamo ad un momento di svolta politica, sia in Italia che in Europa, serve parlarsi senza tabù. Anche la finanza sta subendo gli effetti della rivoluzione digitale, la più grande rivoluzione del capitalismo moderno, ma riusciremo ad interpretarla correttamente solo se rimaniamo ancorati a principi solidi, a partire dall’art. 47 della Costituzione sulla tutela del risparmio, a nuovi modelli redistributivi e sempre nel segno dell'equità". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo a Milano all'Assemblea annuale AIFI.