No a liste proscrizione; al sud c'e' propensione raccattare tutto
(ANSA) - ROMA, 28 MAG - "Ho affetto e stima per la Bindi, ma questa vicenda mi vede saldamente sul fronte garantista. La questione riguarda la selezione della classe dirigente da parte dei partiti. E' questa una delle loro funzioni principali, e devono assolverla prima di presentare le liste. Ricordo che livello nazionale i garanti nazionali del Pd hanno detto molti no. Non mi piacciono le liste di proscrizione; quando ci sono, perdono tutti: la politica e la qualità della democrazia. Ma chi aveva problemi non doveva essere candidato, e non mi piace parlare di impresentabili".
Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, nel corso di un dibattito in campagna elettorale in vista delle Regionali del 31 maggio. "Abbiamo - ha aggiunto Boccia - un'evidente necessità di rinnovare la classe dirigente al Sud. Andava fatta molta attenzione nella selezione delle liste, soprattutto in quelle collegate al Pd. Il partito ha posto un freno a livello nazionale, ma non so se sia stato fatto lo stesso con le altre liste collegate sui livelli locali. Per questo, l'appello che faccio agli elettori e' che scelgano le migliori e i migliori candidati possibili. Anche perché i trasformisti aumentano dinanzi al possibile vincitore, e si avvicina gente senza storia e mestiere".
"Da questa gente la politica deve prendere le distanze e a maggiore ragione deve farlo il Pd. Conosco il rigore del partito, ma ci sono segnali al Sud, soprattutto quando si vince, di una propensione a raccattare tutto e tutti che a me non piace e ho sempre combattuto. Bisognerà parlarne dopo il voto. Siamo alla fine della campagna elettorale. In Puglia - osserva - il profilo di Emiliano e del Pd consente agli elettori di essere tranquilli sul fatto che Emiliano vigilerà sul profilo etico di consiglieri e assessori. Però nessuno deve sentirsi immune".
"La verità - conclude - è che la selezione della classe dirigente in questi anni è stata fatta in base alle appartenenze in Campania, come in Puglia. E questi sono i risultati. Il male tutt'ora incurabile resta il trasformismo; i candidati da non candidare sono solo uno dei tanti effetti negativi".