Un rischio il via libera ai negozi senza linee guida
09.05.2020
Intervista rilasciata a Monica Guerzoni, pubblicata sul Corriere della Sera
Ministro Francesco Boccia, cosa ha pensato quando ha visto le foto dei Navigli pieni di milanesi all`ora dell`aperitivo? «Sono rimasto annichilito. La prima legge è quella morale e lo dico non per scomodare Kant, ma per affermare il principio che senza il senso di responsabilità personale non ne usciremo».
Il sindaco Sala ha detto che è vergognoso. «Ho apprezzato l`intervento di Sala. TI sindaco ha poteri per fare controlli e chiudere, se necessario. Ovviamente sarebbe un danno anche per gli operatori onesti e seri che stanno rispettando gli adempimenti richiesti. E non sono pochi».
Quando riapriranno i bar e i ristoranti? «Stiamo definendo le linee nazionali di sicurezza, che riguardano i lavoratori e i clienti. Arriveranno appena avremo anche i dati dei contagi dopo le prime riaperture. Se l`epidemia continuerà a calare il governo conferma che le Regioni dal 18 maggio potranno aprire le attività economiche sulla base della situazione dei loro territori».
Per parrucchieri e centri estetici il calendario sarà lo stesso? «Certo. Attendere le linee guida vuol dire mettere lavoratori e clienti nelle condizioni di sicurezza. Ho avuto un lungo e cordiale colloquio con il presidente della Lombardia Attilio Fontana e ci siamo trovati d`accordo sull`esigenza di esercitare il massimo della prudenza in questa fase delicatissima».
Quando si potrà andare nelle altre regioni e riaprire le seconde case? «La riapertura fra regioni va monitorata con attenzione, perché abbiamo situazioni di
contagio diverse. Per gli spostamenti all`interno della stessa regione credo, con una situazione sotto controllo come speriamo di avere nei prossimi giorni, ci possa essere un allentamento».
C`è il rischio che i governatori del Sud chiudano i confini a chi viene dai territori più colpiti? «No, se non andiamo in ordine sparso e se i governatori si affidano alle linee guida del governo, così come hanno chiesto all`unanimità nella Conferenza Stato-Regioni».
Dal 18 maggio consentirete ai presidenti delle Regioni di decidere in autonomia? E se la curva del contagio dovesse salire, la responsabilità sarà loro? «La responsabilità non è un termine negativo. Noi daremo le linee guida e le Regioni decideranno. Ho apprezzato enormemente l`atteggiamento di Regioni con contagi molto limitati che non sono andate allo scontro istituzionale, pur ricevendo forti pressioni per riaprire. Questo significa avere il senso dello Stato. Credo che dopo il monitoraggio della prossima settimana possa essere data alle Regioni la facoltà di decidere in autonomia».
Lei ha detto no ai governatori che volevano riaprire i negozi già maggio. Ma non ha ragione Fedriga quando fa notare che aprire una fabbrica con 3.000 operai è più pericoloso che aprire un negozio di borsette? «Può sembrare strano, ma oggi è molto più sicura la riapertura di una fabbrica rispetto a un negozio che non adotta il protocollo sulla sicurezza. Con le imprese sono stati stipulati patti sulla sicurezza dei lavoratori e le aziende stanno dando prova di maturità ecce- zionale. Molte industrie sono oggi luoghi sicuri tra controllo della temperatura, distanziamento rigoroso, igienizzanti, mascherine».
Non si può fare lo stesso per i negozi? «Grazie agli accordi con le parti sociali, sì. Bisogna condividere le linee guida e poi riaprire. Faremo tutto la prossima settimana. Nel frattempo i negozianti possono riorganizzare i loro locali. Non è meglio attendere una settimana per garantire una sicurezza maggiore?».
Bolzano va avanti nonostante l`impugnazione. «Con l`Alto Adige il confronto è continuo e il sostegno del governo è stato totale. Dispositivi, ventilatori e operatori sanitari hanno raggiunto Bolzano per aiutare una comunità straordinaria. La legge è in linea con l`autonomia dello Statuto speciale, ma la parte sulla sicurezza sul lavoro va impugnata perché non subordina le aperture alle indicazioni dell`Inail e del Cts».
Cosa la preoccupa? «Nell`ultimo mese l`Inali ci ha comunicato che ci sono stati 702 lavoratori contagiati a Bolzano. Immaginiamo cosa potrebbe accadere in assenza del rispetto delle misure. E questo discorso vale per tutte le Regioni».
Ci sono dati allarmanti? «Gli ultimi dati dell`Inali dicono che 30o persone al giorno in Italia si contagiano sul posto di lavoro e dieci muoiono. E il lockdown si è allentato da una settimana soltanto. Se si parte senza regole e senza protocolli chi si assumerà la responsabilità di tutelare la salute dei lavoratori?».
Serve ancora prudenza? «Sì, la cosa peggiore per l`economia italiana sarebbe dover tornare indietro».