Intervista rilasciata al Corriere della sera
ROMA «La premessa è che non ho mai risparmiato critiche a Renzi, ma trovo inutile e dannosa questa continua rincorsa a chi ha la carta d' identità giusta». Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, è critico ma costruttivo.
Cosa le piace della manovra?
«La legge ha un impianto ampiamente sostenibile, con la riduzione delle imposte sul triennio e l' impegno, per la verità ancora debole, sul taglio della spesa pubblica».
È soddisfatto di questo Pd?
«Il Pd è il primo partito riformista d' Europa e, al netto delle simpatie per Renzi, siamo una forza di governo moderna. Per questo trovo stucchevole il dibattito su sinistra, destra e taglio delle tasse. Piuttosto troverei giusto e di sinistra far pagare le tasse alle multinazionali del web».
Il taglio dell' Imu la convince?
«No, non mando il cervello all' ammasso. Sono cose che dicevo già sette anni fa. Togliere l' Imu a ville e castelli è un errore. Detto questo, se la maggioranza del partito decide altrimenti, se ne assume la responsabilità. Anziché la guerriglia quotidiana, sarebbe utile lavorare per il congresso del 2017».
E il tetto sui contanti?
«Non mi convince. Capisco che sia popolare, ma non intercetta la modernità. Mi convincono molto invece i super ammortamenti e il capitolo sul welfare».
E il Sud? Su questo ci sono state critiche.
«Sul Sud non ci siamo proprio».
Cosa si aspettava? «Mi aspettavo gli automatismi. Abolirei i bandi pubblici per incentivare le imprese. Qui si annidano burocrazia e lestofanti. Bisogna emancipare il Sud dalla intermediazione della politica. Se fai, ti do».
C'è chi pensa al ponte di Messina.
«Ridicolo. La trovo una cosa penosamente strumentale, considerando che in Sicilia e Calabria non ci sono treni. Almeno tre province calabresi sono collegate con i pullman. È una vergogna nazionale».
Capitolo investimenti pubblici?
«Siamo al 2 per cento del Pil, ancora troppo poco, dobbiamo arrivare al 3,5. Poi credo che si debbano cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia».
Sulla spending review?
«Per sei mesi abbiamo discusso di una spending da 10 miliardi. Gutgeld allora era generoso di consigli a Cottarelli. Evidentemente non è riuscito ad applicare a se stesso i consigli che dava».
Verdini conta sempre di più.
«Più che moderati per Renzi, mi sembrano intermediari per Renzi. Comunque non saremo mai loro alleati».