RASSEGNA STAMPA

19.10.11 - MINISTERI, TRIBUNALE ROMA CHIUDE SEDI DECENTRATE

19.10.2011
Insorge la Lega, Calderoli: Rimarranno aperte e operative. L'opposizione: Sprechi di denaro pubblico Roma, 19 OTT (il Velino/AGV) - Il Tribunale di Roma "chiude" le sedi decentrate dei ministeri nella Villa Reale di Monza. La decisione e' stata presa dal giudice Anna Baroncini, che ha accolto il ricorso dei sindacati della presidenza del Consiglio (Sipre e Snaprecom) e ha giudicato "antisindacale" la condotta di Palazzo Chigi. Secondo le due sigle, infatti, l'apertura delle sedi di Monza, avvenuta la scorsa estate e fortemente voluta dalla Lega, e' avvenuta "senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere" come spiega il presidente del consiglio direttivo del Sipre, Alfredo Macri'. Il decreto del giudice del lavoro annulla gli effetti dei decreti istitutivi (e non i decreti stessi, come richiesto dai sindacati): in pratica, gli uffici di Umberto Bossi (Riforme istituzionali e federalismo) e Roberto Calderoli (Semplificazione normativa) cessano di essere strutture della presidenza del Consiglio, e come tali sono inagibili. Inoltre, la presidenza del Consiglio e' stata condannata a pagare un terzo delle spese legali. Reagisce a stretto giro di posta il ministro Calderoli: "Le sedi dei ministeri a Monza restano a Monza e restano aperte e operative. Valuteremo, dopo averlo letto, il pronunciamento del giudice del lavoro e se vi sono degli aspetti sindacali da affrontare li affronteremo e li risolveremo, ma le sedi di Monza dei ministeri restano aperte e continueranno ad operare". "Noi andiamo avanti, se vogliono ci vengano a prendere", ha detto il leghista Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia ad Affaritaliani.it. "Da Roma vogliono tagliare le gambe alla Padania" continua, ma "con buona pace del tribunale di Roma noi i ministeri li abbiamo qui e se qualcuno vuole venire a prenderli andra' incontro a reazioni di popolo". Mentre il presidente del Sipre ammoniva: "Se decideranno di ignorare questa pronuncia e continueranno ad avvalersene siamo pronti a ricorrere anche al giudice amministrativo". Per il resto, le prime reazioni sono tutte nel segno delle opposizioni. Giorgio Conte (Fli) punta il dito contro "uno spreco di risorse pubbliche", mentre Donato Mosella (Api) chiede l'intervento della Corte dei conti per "un'operazione verita' sui costi di questa sceneggiata in chiave leghista". "Il populismo della Lega si scontra contro le leggi" commenta Roberto Di Giovan Paolo (Pd). Michele Meta (Pd) chiede di "mettere definitivamente la parola fine su una vicenda che e' servita solo alla propaganda della Lega". Gli fanno eco Francesco Boccia (Pd) che parla di "penosissima pagina di propaganda leghista", Vannino Chiti (Pd) che parla di "farsa" e "pochezza del presunto federalismo della Lega" e Alessandro Pignatiello (Pdci-Fds) per cui il provvedimento "chiude l'ennesimo spot leghista, fatto solo di aria fritta". "Godo": e' il secco commento di Francesco Storace (La Destra)

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