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18.08.11 - La proposta Pd sempre respinta da Tremonti. L'Unitá,

24.08.2011

 La proposta Pd sempre respinta da Tremonti.(L'Unitá).

Ci risiamo. L'ennesimo straordinario vertice Europeo a due: Francia e Germania. Ennesima decisione in emergenza: tassare le transazioni finanziarie. Ancora una volta il Governo italiano e il suo Ministro dell'Economia restano in silenzio, annuendo e forse (ci tocca sperarlo) anche questa volta obbedendo. Una scena che si ripete. É successo sull'utilizzo del fondo di salvataggio per la Grecia e nel rapporto con la BCE; é accaduto sul divieto per le vendite allo scoperto e ora finalmente si discute di transazioni finanziarie da tassare o semplificando di tobin tax (anche se James Tobin, progettó l'imposta per contribuire a stabilizzare i mercati valutari dopo Bretton Woods). Oggi la storia é completamente diversa. Fuori tempo massimo aggiungiamo noi. Tardi, molto tardi, rispetto a come abbiamo vissuto in questi tre anni, rispetto ai danni giá fatti dal Ministro dell'Economia che sui rapporti con il mondo finanziario non si é mai degnato di accogliere una proposta del Pd. Una storia, quella delle proposte del Pd respinte dal Governo, che consente di comprendere meglio tante cose. Si parte dall'estate del 2008, lehman non aveva ancora fatto crack ma i mercati erano giá in costante fibrillazione e molte banche, con disinvoltura, vendevano a operatori non qualificati (vietatissimo dalla legge comunitaria, ma in Italia le sanzioni sono tutt'ora lievi) titoli di varia natura, comprese le obbligazioni lehman. Il Pd chiese l'adozione durante la discussione sulla "comunitaria 2009" della norma che impone sanzioni agli operatori che confondono volutamente il piccolo risparmiatore con l'operatore qualificato, propose per la prima volta una tassa sulle transazioni finanziarie (tobin) e chiese con un'interpellanza urgente lumi al Governo sulle vendite allo scoperto e sulla possibilitá di vietarle. La prima reazione di Tremonti (2008) è di chi pensa che l'altro non abbia nemmeno diritto di parola. Con sdegno ci risponde che sono solo sciocchezze. Crack di Lehman Brothers. Il Pd porta in Parlamento il caso degli operatori non qualificati che perdono tutti i loro risparmi. Interpellanza urgente firmata da oltre trenta deputati democratici, in aula Tremonti ci manda uno dei suoi sottosegretari piú fidati: Cosentino. Viene letta una relazione preparata dagli uffici che passerá alla storia della Camera per quanto fosse incomprensibile. Lo stesso Cosentino alle prese con temi non proprio in linea con le sue competenze, si arrende. Accade nell'autunno 2008 e la scena si ripete nel gennaio 2009 sempre in Aula. Protestiamo con Tremonti, ma come spesso gli succede non risponde. Ultima legge finanziaria prima della riforma che la trasformerá in legge di stabilità. Siamo alla fine del 2009. Il Pd torna alla carica e chiede la tassazione sulle transazioni finanziarie e l'imposizione sulle rendite al 20%. Entrambe vengono respinte al mittente dall'allora Vice Ministro Vegas, oggi presidente Consob. Gennaio 2010, il Pd torna alla carica con una nuova interpellanza urgente nella quale chiede espressamente al Governo italiano di farsi promotore di una richiesta in Europa per il divieto assoluto di vendita allo scoperto. Il no del governo é netto. Alcuni mesi dopo la Merkel lo chiederá per la Germania, ma otterrá un no da parte di Sarkozy e altri (e tra gli altri c'era anche l'Italia). Autunno 2010. Il Pd con un question time chiede al Ministro dell'Economia conto della situazione dei mercati finanziari e se vista la situazione generale intendesse sostenere le proposte dell'opposizione sulla tassazione di rendite e transazioni. In Aula risponde il Ministro Vito, che come accaduto per Cosentino, legge una nota degli uffici. Il risultato é sempre lo stesso: No. Arriviamo al 2011 di manovra in manovra il super ministro dell'Economia assicura ogni volta che sará l'ultima. Noi gli facciamo presente che non sará cosí. Anche autorevoli opinionisti (oggi smemorati) sostengono che la manovra di primavera va benissimo. É l'ultima per tutti. Non sará cosí. Ci sará quella estiva fatta in una settimana e ora quella ferragostana che passa per essere l'ultima delle ultime. Noi, non ci arrendiamo e torniamo alla carica. Primavera 2011 depositiamo una nuova proposta di legge: questa volta primo firmatario Bersani, chiediamo la tassazione sulle transazioni finanziarie. Non risponde nessuno. Nei dibattiti in aula e in commissione bilancio ci dicono che non é conveniente, che tassare le transazioni finanziarie farebbe scappare i capitali, come del resto vietare le vendite allo scoperto. Poi arrivano le telefonate tra la Merkel e Sarkozy per autorizzare la BCE ad acquistare i titoli dei paesi in difficoltá e tra una telefonata e l'altra si decide anche di provare a vietare le vendite allo scoperto per un periodo limitato. E tutti approvano. L'Italia, attraverso la Consob, oggi guidata da Vegas, decide che si può fare. All'improvviso non eravamo noi ad aver detto sciocchezze per anni, "erano i tempi ad essere sbagliati", si dice cosí nei pieni alti della finanza che attacca il carro dove vuole il padrone. Sempre all'improvviso, il Ministro dell'Economia, meno super di qualche anno fa, ammette e inserisce in manovra, che forse tassare le rendite finanziarie al 20%, come ha chiesto il Pd decine di volte, non é poi cosí sbagliato. Infine il 16 agosto. Ancora un vertice straordinario Merkel-Sarkozy. Una nuova decisione in emergenza, questa volta arriva l'ok alla tassazione sulle transazioni finanziarie. Finalmente. In Italia peró viene accolta da tanti silenzi (dal Ministro dell'Economia al mondo finanziario e bancario) e da tanta rabbia per il tempo perso. Francesco Boccia Coordinatore delle Commissioni Economiche, Pd Camera.

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