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4 marzo e Genova chiudono un ciclo, ora alternativa 

21.08.2018

(ANSA) - ROMA, 21 AGO - "Un partito è popolare quando interpreta i bisogni collettivi e li trasforma in un'idea di società. Noi non l'abbiamo fatto e ne paghiamo le conseguenze. Abbiamo provato, sbagliando a raccontare dei sogni effimeri che, alla prova dei fatti si sono trasformati in incubi.

La Silicon Valley l'abbiamo esaltata, la globalizzazione l'abbiamo esaltata, anziché regolarla. La frammentazione della societa' e dei corpi intermedi l'abbiamo subita, esaltandola in alcuni casi, anziché affrontarla con nuovi modelli di redistribuzione e solidarietà. La nostra base elettorale è stata travolta dalle trasformazioni sociali e i gruppi dirigenti hanno pensato solo a salvare se stessi.

Questo nella vita interna ai gruppi dirigenti appare ora come il principale problema di questa fase che rischia di trasformarsi in un dramma politico; continua ad esserci un atteggiamento spesso inconsapevole che si sintetizza in una sorta di autoassoluzione penosa 'non siamo stati bravi a comunicare".

Così sul suo blog su Huffington Post Francesco Boccia, deputato PD, fa una dura autocritica sul partito democratico: "Gli italiani hanno scelto. Il 4 marzo e nel drammatico funerale di Genova hanno ribadito quello che pensano. A noi ora la responsabilità di proporre un'alternativa di modello sociale, di Stato e di territorio europeo. Poi il nostro popolo si esprimerà e avrà ragione come sempre".

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