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Sulle banche popolari consiglio ai renziani un po' di terapia di gruppo per riconoscere lo sbaglio commesso

03.04.2017

(DIRE) Firenze, 3 apr. - "Nel tempo in cui viviamo, siccome c'e' il machismo politico, non va di moda dire 'abbiamo sbagliato'. Che e' una bella cosa da dire, libera l'anima. Vorrei che Renzi lo dicesse sulle banche popolari, perche' riuscirebbe anche a fare psicoterapia di gruppo con tutti i renziani che non riescono a dirlo". Lo afferma il coordinatore della mozione Emiliano al congresso nazionale del Pd, Francesco Boccia nel corso di una conferenza stampa, a Firenze.

"Perche', mentre Matteo in privato talvolta e' riuscito a dire 'ho sbagliato', ad esempio sulla scuola, tutti gli altri- prosegue il deputato dem-, i duri e puri non l'hanno mai detto". Proprio oggi Boccia, che e' anche presidente della commissione Bilancio della Camera dei deputati, terra' un incontro ad Arezzo sul tema dei risparmiatori colpiti dal bail-in delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria, e delle popolari di Marche, Chieti e Ferrara.

"C'erano 300 milioni di euro di subordinate in quelle 4 banche, era necessario assicurare prima del salvataggio che le categorie deboli dovevano essere rimborsate integralmente. Mi fu risposto di 'no', dopodiche' sono stati fatti tre decreti", lamenta Boccia. Tuttavia, il parlamentare del Partito democratico rifiuta l'attacco frontale a Maria Elena Boschi coinvolta nella controversia politica per il crac di Etruria, e alla domanda se in caso di vittoria di Emiliano alle primarie sara' proprio la poltrona del sottosegretario alla presidenza del Consiglio a saltare replica con prudenza: "Sulla base di questa ricostruzione a Boschi, Renzi, Padoan dico che semplicemente hanno la responsabilita' di una riforma fatta male e che ci ha fatto pagare un prezzo molto alto- sostiene-.

Su tutto il resto, ho trovato oggettivamente la personalizzazione su Maria Elena Boschi, sulle vicende che hanno riguardato la sua famiglia, esagerata. Ognuno, poi, conosce le relazioni personali che ha, non sta a me giudicarle". 

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