RASSEGNA STAMPA

Reddito di dignità mossa coraggiosa, funziona se diretta all'inclusione sociale

11.11.2015

Intervista di Adriana Logroscino, pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno

Bari «Michele ha varato un provvedimento coraggioso. Non il reddito per tutti alla Casaleggio, che ricorda un po' la Romania di Ceausescu, ma qualcosa di molto simile al salario di ingresso, di accompagnamento nel mondo del lavoro, che varammo insieme a Bari dieci anni fa». Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, dieci anni fa era infatti assessore al Comune di Bari.

Onorevole Boccia, il reddito di dignità è quindi la conferma di un'antica strategia?
«Beh, la ratio è la stessa. Ma il vero antenato di questo provvedimento è l'income support inglese».

Ma funziona? Non c'è il rischio che si trasformi in un sussidio per fannulloni?
«Il rischio c'è se non metti alla prova chi beneficia della misura: ti do un sostegno e ti chiamo a formarti e a misurarti, se non ti presenti, ti escludo. Il reddito di dignità funzionerà a patto che sia fortemente orientato all'inclusione sociale. Quello deve essere l'obiettivo. E poi occorre si realizzi un' altra condizione».

Quale? «Che queste misure siano strutturali. Il salario di inserimento, dopo una buona partenza, venne cancellato perché la Regione si sottrasse al finanziamento. Fa molto bene Emiliano quindi a legare il reddito di dignità ai fondi europei 2014-2020. Si garantisce una continuità. E un bene è che, introducendo questa misura, si inizino a veicolare i fondi attraverso diritti automatici e non tramite bandi infiniti: il Sud deve emanciparsi dall' intermediazione della burocrazia e della politica. I bandi vanno bene per alcuni interventi, non per impiegare ogni risorsa».

E se negli automatismi, così come nel reddito garantito, si infilassero i soliti furbi per approfittarne?
«È un rischio, certo. Ma l'argine è rappresentato dai controlli e dalla sanzione, seria e certa. Menti per ottenere un beneficio? Vai in galera. Come in America: chi imbroglia lo Stato paga».

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