RASSEGNA STAMPA

Pd unito nella Stabilità e alleanze a sinistra. Chi va via sbaglia

07.11.2015

Intervista rilasciata a Giuseppe Alberto Falci, pubblicata su Repubblica 

ROMA. «Condivido Bersani sull' Ulivo e sulla necessità di rimanere nel Partito democratico. Ma non condivido il suo giudizio sulla incostituzionalità e sulla mancanza di progressività della manovra. Per me questa manovra è costituzionale». Così Francesco Boccia, in passato l'uomo dei conti di Enrico Letta e oggi presidente della commissione Bilancio, commenta l'intervista che Pier Luigi Bersani ha rilasciato a Repubblica.

Presidente Boccia, in un passaggio l'ex segretario si sofferma sul profilo del Pd che, sottolinea, non si rafforzerà "pescando qua e là pezzi centrodestra".

È una critica che il premier Renzi ascolterà?
«È inutile nasconderlo. Il centrosinistra italiano è stato l'Ulivo. E per venti anni ha messo insieme con grande fatica quelle parti delle due culture dominanti. Il punto di partenza da cui nasce tutto è la centralità della persona e l'idea che il mercato sia uno strumento redistributivo. Tratto distintivo che tiene di qua, me e Bersani. E di là la Lorenzin e Alfano».

È un no secco al partito della nazione?
«L'alleanza con l'Ncd è stata un'alleanza a termine, figlia della difficoltà dell'inizio della legislatura. Finita la fase costituente non ha più senso portare avanti questa esperienza. Dopo il referendum ha senso ipotizzare un percorso che porti al voto. E le due strade si separeranno».

Dunque si tornerà a un centrosinistra di vecchio conio sul modello dell' Ulivo?
«Le amministrative saranno lo snodo della alleanze. Ci si alleerà con la destra o con la sinistra?
Dico con la sinistra. Credo che abbia senso proporre un'alleanza di centrosinistra, facendo le primarie, dando così un tratto distintivo allo schieramento. A Milano, Napoli, Roma, Torino e Bologna dobbiamo scendere in campo con candidati di centrosinistra ».

Dopo Civati e Fassina anche D' Attorre, Galli e Folino lasciano il Pd. "Chi se ne va sbaglia", afferma Bersani. È d' accordo con la tesi dell' ex segretario?
«È stato un errore gravissimo. Il problema è: per esprimere dissenso occorre andarsene o è meglio restare? Penso che si debba restare dove siamo, esprimere le nostre opinioni, fare le nostre battaglie ma renderci conto che il Pd è un partito contendibile e non sto parlando in termini di potere ma di idee. Renzi ha fatto questo no? Ebbene chi non la pensa come lui lo sfidi apertamente al congresso che è una cosa diversa dalla guerriglia parlamentare».

Intanto nelle prossime settimane si voterà la legge di stabilità. L'impianto della manovra fa discutere per la cancellazione dell'Imu sulla prima casa e per l'innalzamento del livello del contante.
«Tasi e contanti io non le avrei fatte. Non per questo si può definire la manovra di destra. L'impianto è condivisibile ma va valorizzato. Ha molti pregi, come per esempio i super ammortamenti, e nello stesso tempo alcuni nodi fondamentali da sciogliere. Il Sud è il principale».

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