RASSEGNA STAMPA

10.11.12 - TTF (o Tobin) imposta equa, ma paghino tutti: banche, operatori esteri e traders online. Con la ricetta PD possibile andare oltre il miliardo stimato ( dal Blog dell'Unità la sottilelinearossa del 10.11.2012 )

10.11.2012
Proprio mentre sta prendendo forma la versione rivista e corretta della Legge di Stabilità mi preme, anche a costo di sembrare ripetitivi, sottolineare un passaggio, per il Partito Democratico fondamentale: obiettivo di quel che resta di questa legislatura, ormai agli sgoccioli, e priorità del futuro governo targato Pierluigi Bersani deve essere, prima di tutto, una redistribuzione delle risorse, delle ricchezze e delle opportunità. Ai più scettici o ai più critici, quindi, non resta altro che farsene una ragione. È un?operazione lunga, complessa, ne siamo consapevoli, che richiede tempo e scelte condivise. E che, mi pare evidente, non potrà certamente esaurirsi in pochi mesi, soprattutto con una maggioranza così tanto variegata. Che, in parte, è la stessa che negli anni ci ha reiteratamente ribadito i suoi no quando si trattava di discutere di tassazione di transazioni finanziarie o rendite finanziarie. Ed è dopo anni di battaglie in Aula, è giusto ricordarlo, che siamo riusciti a far sì che il governo Berlusconi, qualche mese prima della sua caduta, adeguasse la tassazione sulle rendite finanziarie dal 12,5% al 20%, rimanendo convinti, tra l?atro, che si possa arrivare anche al 25% (in linea con gli altri Paesi europei) con il vincolo che il maggior gettito vada sempre all?abbassamento delle imposte sul lavoro. Il momento che stiamo attraversando richiede sacrifici da parte di tutti, lo si è detto più volte, e il mondo della finanza non può rimanerne escluso. Perché a pagare non possono essere sempre gli stessi. Anzi, sarebbe proprio questo il momento in cui chi ha di più iniziasse a pagare di più. Non capisco, quindi, il perché di tanti dubbi e titubanze quando si parla di andare a tassare la finanza. La domanda vera è perché non farlo? Perché non tassare proprio quella finanza speculativa che, se non può essere definita l?unica causa della crisi economica che stiamo attraversando, è di certo quella che maggiormente da questa situazione ne ha tratto grossi vantaggi? Ed è sulla base di queste considerazioni che nel Ddl Stabilità, in discussione in queste ore, è stata inserita una tassa sulle transazioni finanziarie. Una tassa che non fa altro che distribuire meglio i flussi finanziari, in modo da salvare le imprese e quella parte di finanza sana che si trovano ad agire in mercati sempre più fuori controllo. Come per ogni provvedimento la querelle tra favorevoli e contrari è aperta ma, stavolta, chi accusa la Tobin tax di far scappare i capitali lo fa in maniera del tutto strumentale e non si fatica a capirne le ragioni. Quindi, se da un lato le preoccupazioni degli operatori del settore sono in qualche modo comprensibili, è pur vero ? tanto per essere chiari, visto che in materia ne è stata detta di ogni ? che la tassazione prevista nella legge di stabilità non andrà mai a penalizzare il risparmio, necessario allo sviluppo dei mercati. Il nostro obiettivo è colpire, in particolar modo, i derivati senza sottostante e tutti i derivati nati e creati per speculare. Nessuna ?destabilizzazione del sistema economico-finanziario italiano e il conseguente mal funzionamento dei mercati e il forte impatto sui privati cittadini?, come è stato erroneamente scritto. A questo punto mi auguro che anche le Banche diano il loro contributo di trasparenza e di collaborazione immediato. Anche perché il gettito, solo sui derivati, secondo le nostre stime potrebbe essere superiore al miliardo previsto dalla Ragioneria generale dello Stato nella relazione tecnica di accompagnamento alla Legge di Stabilità. Quella per l?introduzione nei nostri mercati della TTF, una tassa sulle transazioni finanziarie, per convenzione identificata finora come Tobin tax, (tema, tra l?altro, più volte affrontato anche su questo blog) è una battaglia in cui abbiamo fortemente creduto, fin dal 2008, e siamo soddisfatti che oggi, grazie al PD e al contributo di Mario Monti in sede comunitaria, si stia lavorando per introdurla anche a livello UE. Ovviamente non è e non sarà mai la Tobin tax, così come era stata concepita da James Tobin. Perché originariamente fu pensata per un mondo finanziario diverso, che usciva da Bretton Woods e necessitava di stabilizzazione dei cambi. Oggi, la TTF (cambia il nome ma non l?importanza) è, lo ripeto, una tassa redistributiva per salvare imprese e finanza sana in mercati sempre più fuori controllo. La consideriamo uno strumento di equità, quindi in proposito non devono esserci né tabù né scorciatoie. E sull?argomento il Partito Democratico non è disposto a cambiare idea. ( dal Blog dell' Unità la sottilelinearossa del 10.11.2012 )

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