RASSEGNA STAMPA

10.08.12 - PD. BOCCIA A FASSINA: NO A KEYNESIANI COI SOLDI DEGLI ALTRI

10.08.2012
(DIRE) Roma, 10 ago. - Francesco Boccia, economista e coordinatore delle commissioni economiche del Pd alla Camera, scrive a Giuliano Ferrara sul Foglio, rispondendo alle considerazioni del giorno prima di Stefano Fassina, responsabile economico del Pd che aveva rilanciato un'idea di nuove politiche keynesiane per l'Italia, bocciando le riforme fatte dal Governo Monti. "Caro Direttore", scrive Francesco Boccia al Foglio, "leggendo le considerazioni fatte al suo giornale del mio compagno di partito Fassina, mi sono chiesto: riuscira' un giorno la politica almeno a sinistra (la destra sul tema ha fallito miseramente in tutto l'occidente) a capire che questa crisi globale va affrontata separando rigorosamente finanza ed economia? Sulla finanza attuale sento poche parole, molte omissioni, moltissime timidezze fiscali e tante tante connivenze". "Secondo, sento che le ricette per intervenire sulla cosiddetta economia reale debbano essere tutte improntate su una nuova stagione keynesiana fatta da altri debiti. Premesso che si può essere "keynesiani con i soldi degli altri" solo nei seminari e nelle interviste, forse, dovremmo chiederci: come si fa a ipotizzare altri debiti sapendo che il futuro dei giovani e' stato giù pesantemente e gravemente compromesso da chi ha fatto tanti debiti e pochi sacrifici negli ultimi trent'anni?" "Quale futuro s'intende ipotecare ora con i nuovi keynesiani? per caso quello dei nostri nipoti?" "Concentriamoci sulla costruzione dell'Europa politica che proprio Monti, si caro direttore, proprio Monti (nonostante i presunti limiti richiamati dal mio compagno di partito Fassina) ha rimesso al centro del dibattito europeo, con l'Italia snodo fondamentale". Boccia conclude con una postilla finale che sa di provocazione interna proprio sulle ripetute posizioni assunte da Fassina sulle posizioni economiche del Pd. "Si puo' credere in un paese moderno in politiche liberal e di sinistra? Dove per liberal s'intende proprio quel liberalismo progressista molto attento alle questioni sociali e nello stesso tempo rigoroso custode del rispetto dei diritti individuali?" "Non so perche', ma nei momenti che contano (nelle campagne elettorali dal 1994 ad oggi), ci ritroviamo divisi in: azzurri e rossi, berlusconiani e comunisti, e ora l'ultima e' liberisti e tecnocrati da un lato e socialisti dall'altro. Mah, che dirle, ricordo solo a me stesso, nei momenti di difficile comprensione come quello che ha coinciso con il caldo di ieri e la lettura del Foglio, che il Pd l'abbiamo fatto per riformare profondamente il Paese, costruendo l'Europa politica e per superare questa insopportabile descrizione della societa' italiana da secolo scorso dove Keynes e debito andavano a braccetto. Esattamente l'orizzonte indicato con la carta degli intenti presentata da Bersani."

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