RASSEGNA STAMPA

06.08.12 - CRISI : BOCCIA, DA GERMANIA CRITICHE GROTTESCHE A MONTI

06.08.2012
(ANSA) - ROMA, 6 AGO - Surreali e grottesche le critiche che arrivano dalla Germania al Presidente del Consiglio. Monti non ha parlato di Parlamenti telecomandati dai governi, ma di governi che devono avere il coraggio di disegnare una rotta, un orizzonte. E in questo momento l'orizzonte e' l'Europa. Lo dichiara Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del Gruppo Pd della Camera. Premesso che da Berlino non accettiamo lezioni di democrazia - continua Boccia - quello che dev'essere chiaro alla politica e all'opinione pubblica tedesca e' che l'Italia ha fondato la Comunita' europea prima e l'Unione dopo per costruire un grande progetto politico collettivo. Chi pensa che per noi l'Ue sia solo un modo per indebitarsi nel miglior modo possibile a scapito di altri Paesi, deve rivedere i suoi orizzonti. Noi non abbiamo mai chiesto deroghe ai trattati e mai ne chiederemo. Non abbiamo fatto come la Germania nel 2003. Oggi chiediamo coraggio per la costruzione degli Stati Uniti d'Europa. Se i tedeschi sono contrari lo dicano e abbiano il coraggio di assumersi la responsabilita' dello stop al processo d'integrazione politica. Se dopo una crisi globale come questa - prosegue l'esponente democratico - salta l'integrazione politica e si torna alla peggior difesa nazionalistica, in Germania devono sapere che il prezzo alto lo paghiamo tutti, a partire proprio dall'economia tedesca. Quando la Bce con le prime due ltro (long term refinincing operations) ha consentito il finanziamento all'1% delle banche e hanno partecipato alcune ex divisioni finanziarie di aziende automobilistiche che hanno riversato la liquidita' alle stesse aziende (come Bmw e Wolkswagen), nonostante fossero violati i principi piu' elementari della concorrenza, da Berlino nessuno si e' scandalizzato. La reazione spropositata di una parte della politica tedesca alle dichiarazioni di Monti impone una seria riflessione: intanto sarebbe opportuno evitare senza alcuna valutazione di politica industriale la vendita di aziende italiane. A partire dall'incomprensibile cessione di Ansaldo Energia alla Siemens. Sul tema chiediamo al governo di bloccare le trattative e di informare il Parlamento. (ANSA).

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