RASSEGNA STAMPA

14.07.12 - PD: CAIMANO O FINITO? DEM 'PESANO' RITORNO BERLUSCONI

14.07.2012
(Adnkronos) - Per il lettiano Francesco Boccia la ridiscesa in campo "fa chiarezza: il Pdl di Berlusconi da una parte, noi e l'Udc dall'altra". Per il parlamentare Pd il ritorno del Cav non e' una sorpresa: "da quanto non e' piu' premier ho parlato con Berlusconi due volte e ho sempre avuto nettissima l'impressione che non aveva alcuna intenzione di mollare. Del resto, la scelta e' tra una sconfitta disastrosa e perdere bene. Il Pdl con Berlusconi puo' perdere bene. Ma per noi e' meglio cosi'. Ripeto, fa chiarezza". Dal versante 'opposto' del Pd Matteo Orfini, ala 'laburista', allo stesso modo non teme affatto l'ennesima riproposizione del Cav: "lui o un altro. Cambia poco. Non credo che sara' un problema". Ma potrebbero esserci altri problemi. Un Cavaliere anti-Ue, per dire, costringerebbe il Pd ad accentuare il profilo di responsabilita', di filo-montismo, di 'abbraccio' con i moderati: "Non credo. E comunque dipende solo da noi e devo dire che Bersani oggi e' stato piuttosto chiaro su questo. L'unico appunto di tutta la sua relazione e' stato rivolto alla lettera dei 15 e la loro agenda Monti anche nel 2013. Le parole di Bersani sono state chiare e piuttosto dure". E gia'. Bersani ha definito un "dilemma stucchevole" il "singolare dibattito sul tasso di continuita' o di discontinuita' auspicabili rispetto" al governo Monti. La prospettiva europea, i conti a posto, l'autorevolezza: tutto bene. Ma su pensioni, Imu e spending review non ci siamo: il Pd avrebbe fatto in modo diverso, scandisce il segretario. Ma Massimo D'Alema avverte: "Un'agenda liberale di risanamento dovra' continuare ad essere un pezzo del programma della sinistra. Ci piaccia o no, ci tocchera' farlo". Pier Luigi Bersani la mette giu' cosi'. Se torna lui, il Cavaliere, la credibilita' riacquistata dall'Italia, andra' a farsi benedire. Bersani non nomina Silvio Berlusconi dal palco dell'assemblea del Pd. Parla di "agghiaccianti ritorni", il segretario. Ed e' chiaro a chi si riferisce. "Se in Italia -attacca- prendesse voti chi dice, un giorno si' e l'altro no, che bisogna uscire dall'euro, perche' mai un risparmiatore straniero dovrebbe avere fiducia nel nostro Paese? La responsabilita', rivendicata dal Pd, e "l'eccezionalismo, le soluzioni sconosciute alle altre democrazie del mondo". Se davvero il Cavaliere riscendera' in campo e scegliera' la strada del populismo (per i dem e' scontato), questo potrebbe essere il primo assaggio della campagna elettorale. Della sfida Bersani-Berlusconi per palazzo Chigi. Innumerevoli le incognite all'orizzonte per dire che andra' cosi'. Oggi, intanto, l'assemblea del Pd e' finita in una bagarre tutta interna su diritti civili e stop sulla data delle primarie. Bel assist a Matteo Renzi, oggi presente ma in ombra: "Bersani ci vuole mettere nel sacco, rinviando sulle primarie. Ma si sbaglia, noi partiamo lo stesso. Ci organizziamo sul territorio e a settembre siamo li', pronti". Insomma primarie, alleanze, candidati. Tanta roba. E nel sabato infuocato di luglio l'annuncio del 'gran ritorno' aggiunge ulteriori elementi. E suscita reazioni contrastanti tra i dem. Per molti "conviene perche' Casini viene con noi" (Francesco Boccia), perche' "ormai e' finito" (Andrea Orlando). Altri avvertono che e' meglio non sottovalutare: "E' pericoloso per noi e per il Paese", dice Debora Serracchiani. Franco Marini e' cauto: "per me e' tutto un bluff".

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO



LEGGI ALTRI ARTICOLI