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30.03.12 - AVANTI CON LA TOBIN TAX , SOLO SCHAEUBLE FUORI DAL CORO ( DAL BOG DELL'UNITA' LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 30.03.2012 )

30.03.2012
?La Tobin tax? Ci avevamo pensato?. Così lo scorso luglio, l?ex ministro Tremonti ? prima delle fatiche letterarie e certamente prima della (ri)conversione socialista delle ultime settimane ? liquidava un giornalista che gli chiedeva delucidazioni sull?introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie. 3 parole 3 a sintetizzare un NO reiterato all?infinito in Parlamento nei 3 anni e mezzo del governo Berlusconi. Già, l?introduzione della Tobin Tax ? una piccola aliquota su ogni transazione finanziaria, da applicare ai nuovi mercati globali ? è una delle battaglie che anzitutto i gruppi parlamentari del Partito Democratico portano avanti, con determinazione, fin dall?inizio di questa legislatura. Per 2 ragioni fondamentali. Primo: è uno strumento indiscutibile di maggiore equità sociale. Secondo: serve a scoraggiare la speculazione finanziaria sul breve termine. Iniziamo col fare chiarezza sullo strumento. La chiamiamo per convenzione Tobin, ma rispetto a quella pensata (e mai attuata fino in fondo) da James Tobin per stabilizzare mercati e valute dopo il superamento degli accordi di Bretton Wodds nel 1971, questa proposta ha di simile solo la tassazione delle transazioni. Diverse sono invece le finalità e differenti i meccanismi ridistributivi. Si tratta, in buona sostanza, di una vera e propria tassazione sulle transazioni. Obiettivo principale: redistribuire ricchezza. Condizione essenziale: area Euro compatta nel sostenerne l?introduzione spingendo (e sperando) per un?adesione anche degli Usa. Tornando al confronto italiano: dal 2008, prima e dopo il crac della Lehman Brothers, abbiamo ripetutamente portato in Aula il dibattito sulla tassazione delle transazioni e delle rendite finanziarie (con l?adeguamento di queste ultime dell?imposta al 20%). Per 3 anni la risposta di Tremonti è stata: ?non è il caso!?. Poi, la scorsa estate, nel pieno della fase più acuta della crisi con lo spread alle stelle e i tg di mezzo mondo a parlare di un rischio concreto di default per il nostro Paese, il governo ha avuto la folgorazione, ammettendo che sì, forse un intervento almeno sull?adeguamento delle imposte al 20% sulle rendite finanziarie poteva essere opportuno. Adeguamento che dalla fine dello scorso anno c?è stato. Dopodiché la condizione economica e finanziaria è andata come sappiamo, precipitando al punto da portare alla formazione di un nuovo governo, e il dibattito sulla Tobin Tax, ripreso dalla Commissione Europea, si è spostato a Bruxelles. Oggi la situazione è cambiata, a livello sia europeo che nazionale. La Commissione Ue si è mostrata intenzionata ad andare avanti con l?introduzione di un sistema comune per la tassazione delle transazioni finanziarie, nonostante le obiezioni di Regno Unito e Olanda. Lo stesso presidente Barroso si è espressamente esposto a favore di questa opzione. In Italia, il Pd ne aveva avanzato formalmente l?introduzione nel 2009, nel 2010 e nel 2011 con proposte emendative, con question time e interpellanze urgenti. Finalmente nel 2012, per la prima volta nella storia recente, per bocca del Presidente Monti, il governo Italiano ha preso posizione in sede europea, affermando di ?sostenere la proposta della Commissione Ue sulla tassazione delle transazioni finanziarie?. In questo contesto di apertura, ancora una volta stonano e preoccupano le parole del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che nei giorni scorsi dice si sia ?definitivamente rinunciato? al progetto di una tassa finanziaria a livello europeo, perché è un provvedimento che ha senso solo se è condiviso in tutta l?unione monetaria e la Germania ?non può obbligare nessuno?. Mi auguro che Berlino non voglia far saltare il tavolo su cui si sta faticosamente, ma positivamente, costruendo l?introduzione di una Tobin Tax in Europa. Al governo italiano abbiamo presentato nelle scorse ore un?interrogazione per avere delucidazioni. È una partita che non vogliamo perdere proprio in dirittura d?arrivo. È una battaglia del Partito Democratico che il governo Monti sta dimostrando concretamente di supportare e se il Regno Unito si oppone, la Germania non puó all?improvviso far fare un passo indietro a tutti. Anzi é il momento di fare tutti insieme un passo avanti lasciando indietro chi pensa ai propri interessi e non a quelli comuni. ( DAL BLOG DELL UNITA' - LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 30.03.2012 )

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