Tasse si pagano dove si fanno profitti
"Le imposte devono cagionare a ognuno il medesimo sacrificio. E se qualcuno non le paga è evidente che danneggia la qualità dei servizi per l'intera collettività. Se un salumiere, un carrozziere, un professionista, un imprenditore o un commerciante qualsiasi paga le imposte per il business che sviluppa con la sua attività economica, non si capisce perché se quello stesso business avviene in rete le imposte diventavano all'improvviso un optional". Così su Facebook Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, "dopo i primi passi mossi da Apple in direzione delle richieste della magistratura italiana e dell'amministrazione fiscale".
"Un concetto semplice - aggiunge Boccia - che, per la verità, ripeto da quattro anni. Ma alcuni commentatori 'interessati' hanno sempre ritenuto la mia soltanto una provocazione. Accusandomi, a volte, di non capire la modernità.
La domanda che mi sono posto in questi anni è semplice: come si spiega ad una libreria che se si vendono i libri fisicamente, in un negozio, si pagano le imposte, ma se un altro imprenditore apre una sede in Lussemburgo e spedisce lo stesso libro dopo un ordine online, non paga nulla? Perché se compri un biglietto aereo da un'agenzia viaggi tradizionale qualcuno paga le imposte, ma se lo fai con EBooking invece no?
Perché se un giornale, una TV, una radio raccoglie pubblicità per finanziare l'attività editoriale o culturale paga le imposte, ma se lo fa un grande motore di ricerca, utilizzando gli stessi contenuti e non pagando nemmeno i diritti d'autore di chi scrive, canta o commenta, le imposte non le paga?
E le stesse domande valgono per ogni comparto della nostra vita quotidiana".
"L'accordo di Apple - prosegue - sancisce un principio per me non negoziabile: le imposte vanno pagate nel luogo in cui si fanno profitti. Apple ha fatto bene, ha dimostrato di voler restare nel mondo interpretando il mercato non in maniera semplicisticamente moderna con i portafogli degli altri, come vorrebbero i modernisti, ma in una maniera seria seppur 'antica'.
Le imposte evase o eluse danneggiano la comunità in cui si vive e opera. Apple ha capito che è finito il far west fiscale. Oggi ha senso rispettare i singoli Stati e lo si fa rispettando i cittadini dei singoli Paesi. Cittadini che, prima di essere consumatori, sono un popolo che chiede a tutti equità e giustizia. A maggior ragione quando si parla di imposte e tasse".
"Ora - conclude il presidente della commissione Bilancio - è necessario discutere dei modelli redistributivi nei diversi Paesi e delle strategie, ma non bisogna più mettere in discussione il principio che chi fa business, anche immateriale, deve pagare le imposte nel luogo in cui produce quel profitto".