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12.02.2009 - "Io cattolico del Pd e il padre di Eluana." - Il Riformista

12.02.2009

"Io cattolico del Pd e il padre di Eluana."

Articolo di Francesco Boccia apparso su Il riformista del 12 febbraio 2009

Sinceramente non so come mi comporterei se mi trovassi nella situazione di Beppino Englaro che in diciassette anni ha visto lentamente diventare donna una figlia rimasta, però, poco più che adolscente. E non mi interessa sapere se battesse più o meno gli occhi o facesse o meno fisioterapia. So solo che io, e penso nessuno di noi, possa avere il benchè minimo diritto di giudicare un uomo che fa quello che ha meditato in 17 anni di dolore e attesa senza più speranza e, soprattutto nessuno debba ergersi a giudice morale dell'altro dal quale ognuno di noi dovrebbe imparare qualcosa. Dovremmo tutti imparare quel senso di pietas latina che non è pietà intesa in commiserazione ma solidarietà che diventa compenetrazione del dolore.

Non so, francamente, cosa sarebbe stato meglio fare, ma so con certezza cosa sarebbe stato meglio non fare. Sarebbe stato meglio che un giudice avesse dichiarato la sua incompetenza dinanzi a un conclamato vuoto normativo e non si fosse addentrato nell'interpretazione delle volontà vere o presunte, restituendo invece alla politica, quella rappresentata dai parlamentari espressione del popolo sovrano, il compito di legiferare. Sarebbe stato meglio che un governo non si fosse accorto, solo poche ore prima dell'applicazione della sentenza, che, a suo avviso, andava fatto qualcosa; e magari sarebbe stato meglio se avesse accelerato, come aveva chiesto il Capo dello Stato, il varo del provvedimento sul testamento biologico pronto da dicembre in Senato. Sarebbe stato meglio che un premier non avesse attaccato il presidente della Repubblica ipotizzando di cambiare la Costituzione e che non avesse utilizzato l'ipotesi di una possibile gravidanza della povera Eluana come arma per giustificare ciò che giustificabile non era e cioè il varo di una legge ad "personas", come ha detto il ministro Sacconi riferendosi a una pluralità di destinatari, e tuttavia una legge con carattere di urgenza sotto forma di decreto. Così come sarebbe stato meglio che nel Senato della Repubblica i massimi rappresentanti della maggioranza non avessero chiamato "assassini" i colleghi dell'opposizione colpevole di pensarla in maniera diversa. Non credo che sarebbe stato meglio se la Chiesa avesse taciuto perché penso che la Chiesa possa e debba fare il suo mestiere, cioè di guida spirituale delle anime. Tocca poi a noi rappresentare la nazione giurando sulla Costituzione e non sul vangelo.

Ma allora? Che cosa si doveva fare? Far morire una povera ragazza di fame e di sete?

Non so, e nessuno può saperlo, quali siano le vere motivazioni di Beppino Englaro nel chiedere allo Stato "dimmi cosa posso e debbo fare per porre fine allo stato vegetativo di mia figlia". E, con sincerità, non è questo il punto. Il punto vero è che in un Paese democratico simili questioni si affrontano in Parlamento, alla luce del sole e non con l'urgenza di decreti dettati, probabilmente, dalla voglia di spaccare il Pd, intrufolarsi nella coscienza dei cattolici in politica e, con mero calcolo di cinismo elettorale, ergersi a baluardo della cosiddetta etica cristiana. No, tutto ciò è inaccettabile. Io avrei detto no alla Camera con grande sofferenza ma con la consapevolezza che le istituzioni non si barattano con i voti e che ognuno di noi possa e debba avere il diritto di mettere per iscritto cosa fare se ci si trovasse in una condizione come quella di Eluana. Intendiamoci: mettere per iscritto e con un garante che tuteli le nostre ultime volontà e non lasciando all'interpretazione di un giudice la decisione delle modalità d'uscita dalla vita.

Avremmo potuto evitare un'indegna gazzarra se solo il Parlamento avesse fatto il suo dovere e cioè decidere in tempi nemmeno rapidi ma adeguati a un paese civile. Avremmo dovuto evitare di trasformare l'agonia di una donna italiana in uno squallido ping-pong di opinioni e confessioni, spaccando il Paese, gettando fango sulle sue istituzioni, minando le poche certezze ancora rimaste. Non c'è un partito della vita e un partito della morte, ma esiste senz'altro, ed è sicuramente trasversale, un partito della serietà e dei fatti e uno degli slogan e della spettacolarizzazione della realtà. Mi iscrivo al primo, pregando, da cattolico che avrebbe votato no, per Eluana.

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