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Grecia resti nell'Euro, avanti con gli Stati Uniti d'Europa

03.07.2015

(LaPresse) - R: Chiamare la popolazione a esprimersi su questioni fiscali è pericolosissimo e incostituzionale. Tocca alla politica assumersi le proprie responsabilità. Devono essere chiare le conseguenze delle scelte che si fanno con questo referendum. La soluzione non è tornare alla dracma e chi ne fosse responsabile dovrebbe addossarsi il peso di una sconfitta. Ci salviamo soltanto restando nell'euro. Dal primo momento ho guardato con simpatia alla stagione Syriza come a un'occasione per cambiare il corso della politica europea. Detto questo, indire il referendum greco per me è stato un errore perché, facendolo, un leader abdica alla responsabilità politica che gli spetta.

D - Perché l'offerta dell'Unione secondo lei è vantaggiosa per Atene? R - Uno dei temi principali è legato alle pensioni. La proposta dei creditori è la pensione a 67 anni d'età entro il 2022, Tsipras punta al 2025. Ma si vuole davvero far uscire la Grecia dall'euro per questo scarto? Per una norma che in Italia si applicherà dal 2017? Agli attuali 'oriundi greci' del nostro Paese va poi ricordato che l'Europa nel 2012 ha cancellato 110 miliardi di debito pubblico greco, pari a un terzo del totale. Si vuole dipingere lo scenario come se da una parte ci fossero i buoni e dall'altra i cattivi, ma non vorrei che da un lato avessimo gli incapaci e dall'altro i furbi.

D - Che ruolo ha l'Italia in questa partita? R - Per l'Italia che vuole l'Europa, non per chi si naturalizza greco o tedesco, domenica sera il risultato sarà 'win-win'. Se vince il Sì al piano proposto dall'Europa, sarà nostro impegno evitare che ci siano implicazioni sociali gravi e sostenere la Grecia in un passaggio difficile, in quanto Tsipras ha annunciato che potrebbe dimettersi. In tal caso, il ministro tedesco dell'Economia Schauble non pensi di dettare ai greci cosa devono fare. Se vince il No, sarà nostro impegno fare in modo che la Grecia resti nell'euro. Questa vicenda politica greca manda in soffitta l'Europa dei tecnocrati e dei parametri, non per il referendum ma per il suo insieme: il quadro europeo, per com'è impostato, non è più credibile.

L'Italia è stata fondamentale in questo percorso. Se non fosse stato per i dibattiti iniziati dall'Italia, non staremmo neanche parlando di politiche di crescita e avremmo da un lato Schauble e dall'altro gli antieuro. Dopo di che, non mi nascondo: l'Italia deve fare l'Italia, né la Grecia né la Germania. Noi, in questo goffo derby Atene-Berlino - goffo per come è descritto -, dobbiamo schierarci con l'Europa. Vorrei gli Stati Uniti d'Europa, non del patto di stabilità. Servono gli Stati Uniti politici d'Europa: stesso costo del denaro, stessi salari, stesse pensioni. Le politiche di austerità varate in passato dall'Ue sono negative e, qualunque sia l'esito del referendum, mi schiererò contro l'uscita della Grecia dall'euro.

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