“Il nostro turismo sostenibile, quello eticamente corretto fatto di arte, storia, cultura e vicino alla natura, dopo il lockdown, ha saputo riconquistarsi la scena in tutte le regioni italiane: a luglio e ad agosto il turismo interno è esploso. Sapevamo che se avessimo aperto in sicurezza, gli italiani sarebbero stati i primi viaggiatori nel nostro Paese. E così è stato, in maniera diversa e in tempi diversi nelle varie zone turistiche italiane, da Bolzano a Rimini, da Toscana e Umbria alla Puglia, dalla Calabria alle piccole e grandi isole come Sicilia e Sardegna.
Il turismo sostenibile deve diventare un punto fermo della nostra idea di turismo, di sviluppo e di integrazione tra culture diverse che passa attraverso il viaggio. E il Recovery Fund servirà anche a questo.
Durante il lockdown, con il maggiore ricorso allo smart working, molti italiani hanno riscoperto i nostri borghi che scontano però dei ritardi oggettivi e non mi riferisco soltanto al Mezzogiorno ma alle aree montane e alle aree interne, del Nord, del Centro, del Sud. Diventa, quindi, imperativo con gli interventi del Recovery Plan sulla digitalizzazione, sul turismo sostenibile, sulla transizione energetica, garantire certezze a tutto il Paese, partendo dalle aree in ritardo di sviluppo.
Oggi siamo consapevoli che gran parte del mondo è meno sicuro dell’Italia e questo provoca problemi seri di diminuzione della destagionalizzazione che, con grande fatica, avevamo costruito. Ma, appena il mondo avrà sconfitto il Covid, torneremo riferimento per il turismo sostenibile per ogni Paese. Intanto, continuiamo così coniugando sicurezza sanitaria e opportunità economiche.
Stamattina sono intervenuto a ‘’Il turismo sostenibile è sicuro’’ organizzato tra gli altri dalla Fondazione UniVerde presieduta da Alfonso Pecoraro Scanio”.
Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.