'Questa Rai e' simbolo del fallimento della vecchia televisione'
(ANSA) - ROMA, 23 NOV - "Le tv locali in Veneto hanno fatto quello che normalmente dovrebbe fare il servizio pubblico. Hanno raccontato l'alluvione e le sofferenze di Venezia facendo un servizio pubblico che avrebbe dovuto fare la Rai. Cosi' come hanno fatto il giorno dopo i giornali locali, ed e' accaduto anche qui in Puglia a partire delle alluvioni in Salento". Cosi' il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. "E invece loro li' a Roma a litigare su produzioni milionarie di programmi spesso inutili o su appalti la cui genesi lascia basiti. Poi vogliono anche essere chiamati manager o direttori di rete. Per quanto mi riguarda si apre una stagione che impone al tempo del digitale una discussione laica e profonda sulle finalita' del canone.
E' servizio pubblico quello che serve agli italiani non quello che serve a chi fa business con la Rai. A Venezia per quelle decine e decine di ore ininterrotte di diretta era piu' opportuno pagare le tv locali che con ragazzi straordinari raccontavano l'alluvione o questa Rai?", prosegue Boccia "A quei ragazzi che rappresentano le difficolta' dei giovani professionisti di oggi precari e a quelle imprese noi dobbiamo una risposta. Non solo alle tv, ma anche ai giornali locali e ai siti giornalistici che raccontano i nostri territori. Sara' servizio pubblico moderno quando quello che accade sui nostri territori, arrivera' naturalmente anche sui nostri smartphone e sui nostri tablet.
L'attuale assetto non e' piu' accettabile, personalmente sosterro' tutti coloro che in Parlamento chiedono che una quota del canone Rai, il 10%, vada al sostegno del pluralismo e dell'informazione oggi assicurata da tv locali, giornali e siti locali. E' un dibattito che non si puo' fermare. Chi pensa di soffocarlo deve sapere che gli si ritorcera' contro. Meglio affrontarlo alla luce del sole. Io penso che sia servizio pubblico quello che assicura il pluralismo nel paese a partire dalla scala locale; raccontare tutto senza veli non essendo condizionati da lobby, da pressioni che sono figlie di un'idea vecchia di capitalismo. A me il capitalismo digitale piace quando da' la parola a tutti e non mi piace quando fa vincere i forti e i forti di solito sono le multinazionali del web che controllano raccolta pubblicitaria e informazioni e le aziende che si dichiarano di Stato e poi umiliano la funzione stessa di Stato.
Quindi complimenti per il lavoro fatto, complimenti a chi ancora riesce a tenere in vita un'azienda editoriale sui territori e lo Stato forse dovrebbe pensare piu' a loro e alle voci che arrivano dai territori e meno ai palazzoni Rai che forse devono essere snelliti. Faccio un appello ai manager della Rai, forse e' bene pensare piu' alla presenza sul territorio e meno alle vicende come quelle che stanno caratterizzando in maniera poco dignitosa il dibattito in questi giorni sulle gare, sulle risorse e sulle modalita' con cui vengono spese. Perche' non devono mai dimenticarlo, spendono o investono soldi nostri per assicurare il servizio pubblico", conclude Boccia.