Grave il no all'emendamento Boldrini
“Le motivazioni che la relatrice alla proposta di legge sul codice rosso, Stefania Ascari del M5s, ha avanzato in Aula per dire no all’emendamento Boldrini sul no al revenge porn sono molto gravi. Dire 'sulla rete non si sa da chi parte la diffusione di un video' è gravissimo. È grave perché gli strumenti ci sono ed è doppiamente grave perché denota una subalternità culturale del governo da quelle piattaforme che, di fatto, non vogliono imposizioni legislative per la rimozione delle immagini né sanzioni penali ed economiche che limiterebbero tantissimo il fenomeno.
L'emendamento Boldrini avrebbe costituito una rilevante novità nella nostra disciplina, un primo passo, che deve porsi l’obiettivo prioritario di combattere la diffusione di video e immagini intime e private, in maniera non autorizzata, di cui spesso sono vittime soprattutto le donne. Il no del governo è sinonimo di un gravissimo limite culturale che va combattuto e rimosso.
Su questi temi non ci sono colori politici ma se, finalmente, si arriva ad approvare un provvedimento generale sulla violenza sulle donne non si può non dotare la magistratura di strumenti ancora più efficaci per contrastare anche reati come il revenge porn che incidono pesantemente su tutta la vita delle vittime. Anche in questa vicenda per il governo, così come accade quando c'è di mezzo il mondo digitale, web e business vengono prima di ogni altra cosa, anche della dignità delle donne.
Quando tutti i gruppi parlamentari chiedono di essere ascoltati come è accaduto oggi, e la maggioranza continua a rispondere no, vuol dire che non si è altezza di svolgere ruolo e compito”. Così Francesco Boccia, deputato PD, uscendo da Montecitorio dopo la sospensione dei lavori dell’Aula.