(ANSA) - ROMA, 9 GIU - "Il Partito Democratico vive una crisi che è sotto gli occhi di tutti. Inutile nasconderlo. Questa campagna elettorale appena terminata ci conferma una grande voglia di ripartire con una grande unita' ma non scontata e dopo un confronto serio e necessario. I dirigenti che sono andati per strada a fare campagna elettorale, oltre a Martina, sono pochissimi. Questo deve farci riflettere". Lo dice Francesco Boccia, capogruppo PD in commissione speciale alla Camera, a margine del convegno in corso all'Universita' di Bari sulla 'Web Taxation', che chiude la Summer School 'Selected Issues of EU Tax Law as EU Law'.
"Io - sostiene - ho invitato molte persone, a partire da Calenda, a venire per strada, anziché vivere su Twitter o nei salotti. C'è il tempo per la tv e c'è il tempo per la strada. Io penso si debba ripartire dalla rifondazione del largo campo della sinistra italiana con un confronto chiaro: viviamo in un tempo in cui lo sciame digitale ha portato al governo una certa idea di politica che in parte abbiamo sostenuto anche noi ai tempi delle macchine blu vendute su eBay; oggi lo sciame è addirittura al governo. Internet era nata per unire l'umanità e le società, ha finito per dividerci tutti.
La lotta di classe non c'è più, c'è una lotta tra soli e la sinistra deve tornare a rappresentare i diritti negati, le periferie, le strade e i marciapiedi. Deve ritornare tra gli ultimi. Io penso che questa cosa si possa fare solo con un grande congresso, vero, che duri a lungo, e dobbiamo iniziare a parlare di temi anche scomodi: percio' vorrei che Ilva e Tap, diventassero il primo Rubicone".
"Se c'è chi pensa che il Partito Democratico debba essere il partito di Macron significa che siamo su un'atra strada. Mi riferisco a Sandro Gozi: nulla contro di lui, ma e' evidente che abbiamo un'idea assolutamente alternativa non solo di politica, ma di politica di centrosinistra. I temi sono tanti meglio fare un congresso. In questo momento governano due forze politiche che hanno il 50% del voto degli italiani. Che partano. Noi faremo opposizione netta, leale, ma dobbiamo consentirgli di partire e li sfideremo sul merito delle cose".