A soloni della finanza serve bagno di umiltà
"Se le banche ordinarie oggi in crisi avessero seguito le stesse regole etiche nelle loro attività quotidiane seguite da Banca Etica e dalle cosiddette banche dei poveri, le sofferenze oggi sarebbero minori e sicuramente non avremmo avuto crisi così drammatiche. Con Giulio Marcon, primo firmatario della legge che l'anno scorso siamo riusciti a inserire in Legge di Bilancio, abbiamo aperto un varco, ora bisogna insistere e costruire una strada nuova e diversa.
Alcuni principi danno il senso di una visione diversa del concetto di credito: dal finanziamento di soggetti considerati non bancabili, al contrasto alle povertà e alle diseguaglianze, fino al sostegno di attività correlate agli indicatori di benessere equo sostenibile. Le sofferenze di Banca Etica sono di poco superiori all'1% mentre quelle del sistema bancario, come è noto, sono abbondantemente oltre. Dal rapporto limitato tra le remunerazioni dei dipendenti e quello dei manager, fino al vincolo del finanziamento almeno del 20% per organizzazioni senza fini di lucro.
Dai finanziamenti erogati secondo standard di rating etico fino all'intero reinvestimento dei profitti nell'attività. In questa legislatura il Parlamento ha iniziato a fare i primi veri passi sulla finanza etica. Si è passati dai convegni ai fatti. Ora va sollecitato il Governo nell'emanazione del decreto di attuazione. Va fatto prima che la legislatura finisca. Consideriamolo ancora una cornice che va riempita e migliorata, intanto però partiamo e per farlo serve una politica all'altezza". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo al Salone dell'editoria sociale, insieme al palestinese Adnan Faramand, presidente ACAD Finance, e Alessandro Messina direttore generale Banca Etica.