(ANSA) - ROMA, 28 APR - "La seconda inchiesta in pochi anni da' il senso della gravita' della condizione in cui versa il fisco nella relazione con le principali multinazionali del web, a partire da Amazon, monopolista di fatto del commercio elettronico. La reazione di Amazon alla notizia dell'inchiesta in corso a Milano offende l'intelligenza di ogni contribuente italiano.
Le imposte sulle societa' non sono basate solo sugli utili, come rileva in un comunicato la stessa Amazon, ribadendo i bassi utili conseguiti, ma esistono anche le imposte indirette sistematicamente eluse, oltre al meccanismo di trasferimento di costi da una controllata all'altra che riduce al minimo le restanti imposte dovute. Non e' un caso che gia' in altre occasioni la stessa Amazon, Apple e altre Over the top, hanno accettato accordi fiscali pagando centinaia di milioni attraverso la cosiddetta giustizia negoziata. Non vogliamo un Paese in cui i grandi fanno la voce grossa con il fisco pagando meno e danneggiando indirettamente il mercato o pagando solo quando lo dice un'inchiesta della Gdf.
Guardia di finanza, che ringraziamo quanto la procura di Milano per il complesso lavoro svolto, che sopperisce ad un buco che il Parlamento, a questo punto colpevolmente, continua a non colmare. Ad Amazon devono capire che nessuno in Italia ce l'ha con loro, o con le altre multinazionali, ma sono benvenute solo se pagano le tasse come tutte le imprese italiane, viceversa saranno trattate dallo Stato e dalla giustizia come degli elusori". Cosi' Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e sostenitore di Michele Emiliano al congresso.