“Non confondiamo la correttezza del processo legislativo con la politica. Quella sui soldi per Taranto era una decisione politica e Palazzo Chigi ha scelto di non stanziarli. Ora cerca di mettere una pezza peggiore del buco. Ma chi fa politica deve assumersi la responsabilità di quello che dice e quello che fa. E se una cosa non la fa deve metterci la faccia. L’emendamento originario era stato reso inammissibile dopo l’istruttoria degli uffici parlamentari, così come altre 2 mila proposte, perché localistico; caratteristica espressamente vietata dalle nuove regole sul Bilancio dello Stato.
Tra le proposte inammissibili, poi, si decide quali rientrano tra i temi di interesse prioritario, per scelta politica del governo, e vengono riformulati dal relatore, con l’ok del governo. Così è successo per l’emendamento Taranto, sulla proposta del relatore c’era l’ok del MEF. Fino al mercoledì notte, quando mi è stato comunicato che c’era il no di Palazzo Chigi, per motivi tuttora incomprensibili. Salvo poi sentire il sottosegretario De Vincenti fare polemica sbagliando bersaglio, parlando di ‘sanità pugliese inadeguata’ ma ribadendo che al Senato si discuterà se finanziare o meno questa esigenza. E oggi il presidente Renzi racconta une versione in contrasto con quella dello stesso De Vincenti.
In realtà sarebbe più semplice ammettere che si è fatta una scelta politica secondo me sbagliata. Bastava assumersi le responsabilità di questa scelta dicendo ‘al Senato lo faremo senza alcun dubbio’ e ci saremmo risparmiati tante inutili polemiche”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera.
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