“Siamo come sempre al dibattito pre-manovra. Non mi pare che, al momento, ci siano scelte ufficiali su cui confrontarsi. Leggo molte ipotesi ed è come discutere di calcio al bar. Le risorse per tutte le possibili misure da inserire nella prossima legge di bilancio, che stiamo leggendo in questi giorni sui giornali, non ci sono, non sono disponibili. Il nostro Paese è stato in recessione per sette anni e fino al 2014. Poi due anni di crescita lenta da zero virgola. Va bene aver invertito la tendenza ma ora serve coraggio. E il coraggio serve in Europa.
Nel 2007, ultima manovra di Prodi-Padoa Schioppa, avevamo riportato il rapporto debito/pil intorno al 100%. Da allora seguendo sempre vincoli e prescrizioni UE, non solo non siamo cresciuti ma stando fermi abbiamo portato il nostro debito al 132%. È sufficiente tutto questo per capire che con questi vincoli non si va da nessuna parte? Discutere di uno 0.4 o 0.5 di deficit in più non serve a nulla e non ci fa affrontare i problemi in maniera seria. Se vogliamo dare una sterzata alle politiche economiche del nostro Paese, dobbiamo puntare tutto sulla riduzione delle imposte su lavoro e imprese e chiedere un sostegno a Bruxelles per un vero programma di investimenti pubblici che dovrebbero assestarsi intorno al 3.5%, mentre in Italia siamo fermi al 2%”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta ad Agorà, su Rai Tre.
“Le risorse per la legge di bilancio si possono trovare soltanto in due modi: o tagliando la spesa pubblica, e la spending review è stato un vero fallimento di Gutlgeld, e aumentando la lotta all'evasione fiscale. Io ho condiviso la politica di riduzione delle imposte del Premier e continuerò a sostenerla ma se un pezzo di mondo continua a non pagare le tasse, come il mondo delle multinazionali digitali, poi non possiamo lavarci la coscienza pensando di recuperare in Europa un po’ di flessibilità e mettendo qualche bonus qua e là. Con i bonus non si va da nessuna parte. Servono misure strutturali, sia di riduzione delle imposte sul lavoro che di aumento delle pensioni minime".