"Il Fondo Atlante è stata una buona intuizione, chiamata di mercato, ma senza ipocrisia possiamo dire che c'è stato grazie alla opportuna regia del governo. Cosa che di solito succede ed è giusto che accada, inutile nasconderlo o addirittura vergognarsene. A mio avviso, sarebbe stato più opportuno far aumentare la quota della Cassa Depositi e Prestiti e chiedere alle banche di mettere la restate parte del denaro. Con soldi veri per smaltire le sofferenze più complesse e garantire gli aumenti di capitale non assorbiti dal mercato per un ammontare da 10 a 20 miliardi, oltre i 4-5 già stanziati da Atlante.
Le banche italiane hanno fatto il possibile con Atlante. Le banche internazionali invece che intermediano il debito pubblico italiano, come Jp Morgan, Ubs, Goldman, Morgan Stanley, Merrill Lynch, Black Rock e tante altre non possono pensare che l'Italia sia solo un supermarket aperto solo quando ci sono le privatizzazioni o le ricche commissioni per i prestiti garantiti. L'Italia è un paese che ha bisogno di investimenti, loro trattano 300 miliardi di debito pubblico all'anno, portando a casa da 2 a 3 miliardi di commissioni. E, da quando c'è l'ombrello della Bce, lo fanno anche senza rischio. Da loro mi sarei aspettato un bel contributo per Atlante. E invece troviamo solo soldi italiani. Spero che qualcuno dal Ministero dell'Economia glielo abbia chiesto". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a Omnibus, su La7.
"Il mio dissidio con Padoan è sul ruolo dello Stato. È stato strutturato un prestito per comprare del tempo e permettere a Mps di smaltire le sofferenze e arrivare a un aumento di capitale. Ma il prestito si basa sulle garanzie dello Stato. Se dev'essere lo Stato a metterci la faccia, allora la metta fino in fondo e detti le regole del gioco. Le scelte del Mef sono invece improntate al vorrei ma non posso, al dico e non appaio. Mi auguro per il bene del Paese che possa comunque essere la scelta giusta".