"La relazione del governatore della Banca d'Italia ha un orizzonte ampio e dei passaggi profondi sulle grandi questioni che toccano l'unione economica e monetaria; dai risultati raggiunti grazie alla politica monetaria, ai nodi irrisolti a causa degli egoismi nazionali.
Una relazione, quella di Visco, condivisibile sull'Europa e sul quadro macroeconomico che abbiamo davanti. Condivido anche la spinta ad aver sempre fiducia nel sistema bancario italiano, a maggior ragione oggi che è ripulito dalle svalutazioni già apportate dalle stesse banche su un valore dei crediti di poco inferiore ai 200 miliardi con un valore netto delle sofferenze ormai fuori dai bilanci pari a 90 miliardi. Nonostante il peso rilevante il sistema ha retto. Oggi anche l'incidenza del debito privato sul Pil inferiore alla media con buoni indicatori di sostenibilità di lungo periodo tra i migliori in Europa danno il senso di un sistema che dobbiamo tutelare e dal quale ripartire.
Sulle cause originate anche qualche anno prima della crisi e sulla necessità di pensare a una Bankitalia dentro un mondo senza confini, tecnologico e al tempo della finanza digitale, invece, mi sarei aspettato un po' più di autocritica necessaria a prendere il coraggio con due mani per ipotizzare anche cambiamenti profondi. Ancora oggi ci sono tempi non compatibili con i mercati e questi aspetti andranno affrontati anche in sede legislativa. Servono nuovi poteri? Se ne può parlare, ma va detto con coraggio e vanno rivoluzionati i tempi con cui la banca centrale risponde alle esigenze di mercato sempre più rapidi". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, lasciando l'assemblea di Banca d'Italia.