(ANSA) - “Il mio, più che un rimprovero a Michele Emiliano, è un appello a firmare il patto per il Sud. Su questo non c'è dubbio, Renzi e De Vincenti hanno sacrosante ragioni. Poi si può discutere sul merito degli investimenti, ma non entrarci dentro e dire solo No è un errore politico”. Così Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, in un lungo e articolato intervento sulla Gazzetta del Mezzogiorno spiega le ragioni che giustificano il Si alla firma.
“Oggi – prosegue - vedo che sedicenti esperti della materia confondono le pere con le mele, ebbene è il caso di chiarire che ci stiamo occupando dell'insieme degli investimenti 2014-2020 tuttora fermi e in particolare delle risorse relative al fondo di sviluppo e coesione in Italia. La sua trasformazione avvenuta nel dicembre 2014 con la legge di Stabilità 2015, quindi quasi due anni fa, ha riguardato tutte le regioni.
Nella stessa legge di stabilità si decise di ridurre una quota dei fondi Pac 2007-2013 per 3,5 miliardi per destinarli alla riduzione delle tasse sul lavoro. La Puglia subì 228,9 milioni di tagli a fronte dei 941. In buona parte sono stati riassorbiti sempre in Puglia dai nuovi assunti nel 2015 che otterranno gli sgravi fino al 2017. Le Regioni nella Conferenza con lo Stato si sono sempre accordate, all'unanimità con il Governo.
Per la cronaca, io, Rocco Palese (tanto per cambiare) e pochi altri criticammo quella scelta (era Delrio il sottosegretario competente), non per la finalità (condivisibile come la riduzione delle imposte sul lavoro) ma perché – conclude Boccia - avrebbero beneficiato di soldi programmati per il Sud anche le regioni del nord”. Ora a due anni di distanza utilizzare quella scelta legislativa che modificó sia il Pac 2007-2013 sia l'utilizzo del fondo di sviluppo e coesione collegato alla programmazione 2014-2020 è francamente incomprensibile e appare anche strumentale. Oggi ci sono 9 miliardi per la Puglia che attendono solo il via libera.