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Su mutui stop demagogia su 18 rate

27.04.2016

Oggi meglio dei 12 mesi in vigore dal 2005

“Sul tema mutui e sul recepimento della direttiva UE del 2014 si è fatta troppa demagogia perdendo di vista il merito della questione. Con il vecchio sistema in vigore prima del 2005 e con il successivo decreto 203/2005, il termine per cui un consumatore, in ritardo con le rate del mutuo, poteva incorrere nell’esproprio della propria casa da parte della banca, era fissato a 12 mesi. I 7 mesi di cui si era parlato in precedenza erano stati un'errata valutazione; personalmente ho detto fin dall’inizio che sarebbe stato opportuno passare a 18 e penso sia una falsità dire che si tratti di un favore alle banche.”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a ‘La radio ne parla’ su Radio1 Rai.

“L’obiettivo di questo decreto è in primo luogo quello di snellire e abbreviare le procedure nel caso di inadempimento del debitore e contribuire ad ampliare  la disponibilità di credito da parte delle banche, migliorando le condizioni di prestiti a vantaggio dei debitori. Non dimentichiamo, poi, un aspetto importante: il diritto del consumatore a un periodo di riflessione di almeno sette giorni, prima della conclusione del contratto di credito. Periodo in cui l’offerta è vincolante per il finanziatore e il consumatore è libero di comparare la proposta con altre, scegliendo la più conveniente. Vigileremo affinché i comportamenti delle banche siano sempre trasparenti”.

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