"Dai vertici del partito, in particolare modo dal Presidente Orfini, mi aspetto meno parole di fuoco. Ci sono figure che naturalmente devono essere al di sopra delle parti. E non per circostanza, ma semplicemente per garantire a tutti di sentirsi rappresentati, anche a chi sbaglia. La minoranza dem ha sbagliato sia a Napoli che a Roma, ma la reazione dimostra un'incomprensibile e ingiustificabile incomunicabilità tra pezzi di ceto politico spesso autoreferenziali". Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in un'intervista a Radio Radicale.
"Classe dirigente che non rappresenta solo se stessa ma, suo malgrado, una straordinaria comunità politica che così rischia di pagare il prezzo più alto, quello della distruzione di uno straordinario progetto politico costato vent'anni di fatica, sacrifici, errori e successi. Ma sempre con un comune denominatore: solidarietà e generosità dentro e fuori il perimetro del partito.
Come Giachetti sa, spesso non ho condiviso alcune sue posizioni nel partito, ma a Roma un minuto dopo le primarie vinte da lui nettamente e chiaramente, andava detto semplicemente 'tutti al lavoro con Roberto', dimostriamo ai romani di essere classe dirigente e che siamo molto meglio di quello che è successo nella capitale negli ultimi anni. Invece è andato in onda uno spettacolo indecoroso tra chi ha sottolineato il calo dei partecipanti e chi ha risposto che forse è meglio così dopo mafia capitale. Ma non aveva più senso ringraziare tutti insieme quelli che hanno partecipato dicendo sappiamo che dobbiamo crescere ma ripartiamo da voi?".
Boccia ha poi concluso l'intervista condividendo il messaggio di Renzi sulla possibilità di anticipare il congresso di alcuni mesi, "penso sia opportuno farlo subito dopo il referendum sulle riforme, non ha senso trascinarsi oltre, così ognuno potrà proporre la propria idea di Pd, ma un minuto dopo dovremo sentire il dovere di ritrovarci intorno a chi sarà chiamato a guidare il partito".
